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Gli juventini in massa a Berlino. E chi resta si tatua per scaramanzia

Riti, trucchi e voli low cost per permettersi la trasferta fra chi escogita piani viaggio per risparmiare e chi va semplicemente a Torino. Per tutti gli altri ci sono bar, pub e piazze con i megaschermi di Giulia Bonezzi

Tifosi juventini che hanno festeggiato il recente scudetto in piazza Duomo

Milano, 6 giugno 2015 - All'Irish pub «Al Panino» di viale Francesco Crispi, Porta Garibaldi, il tutto esaurito per stasera è stato dichiarato ben prima che all’Olympiastadion: appena la Juve ha strappato la finale al Real tutti si sono precipitati a prenotare il tavolo che occupavano quel 13 maggio, persino lo stesso sgabello al bancone. La scaramanzia si spinge all’ordinazione del medesimo panino, e così è stato, di partita in partita, per tutta la marcia della Juve in Champions, spiega Tony, titolare di questo avamposto del tifo bianconero, «il primo bar a far vedere le nostre partite a Milano».

Tony ha un tatuaggio fresco, il logo della Juve sul polso. In trenta avevano promesso di farlo, permanente, se la Signora fosse arrivata in finale; «ne mancano 5 o 6». Se stasera ce la fa col Barça, «ci faremo crescere la barba per due mesi. Che poi io la odio, ma sarei disposto a tenerla anche un anno», in cambio del triplete. «È difficile – ragiona –. Ma a questo punto, e se ci siamo arrivati è all’80% merito di Allegri, bisogna crederci». E ci vogliono credere i gobbi in terra meneghina, che si sono mossi in massa su Berlino, ma anche su Torino per vedere la partita «in casa» sui megaschermi di piazza San Carlo. E non solo: molti trasfertisti hanno impegnato le ultime ore nel tentativo di aggirare i prezzi, giudicati esorbitanti, della Francorosso, che ha avuto dalla squadra l’esclusiva.

Riccardo, 43 anni, abbonato, si sveglia alle 4 per prendere un aereo a Caselle: l’andata alle 8, il ritorno alle 2,30, trecento euro con Air Berlin. Più il biglietto, 160, e per averlo (si vendevano solo nel pacchetto) ne ha spesi altri 260 per un pullman da San Siro che non prenderà. «Da Barcellona ne spendono 125 per un viaggio molto più lungo – protesta –. Ma anche così ho risparmiato rispetto al tour operator, che voleva 850 euro solo di charter». Per chi ha rinunciato ci sono i maxischermi, all’Expo, all’Idroscalo, in alcune grandi piazze dell’hinterland. O i «covi» bianconeri come la pizzeria Snoopy di Rozzano, dove si son dati appuntamento i soci del Juventus Club Madunina. «Pare che porti bene, specialmente durante questa coppa», spiega Carmen Calza, la presidente, che va però all’Olympiastadion, con gli altri: 180 soci su 400, praticamente uno su due. Anche dopo cinquant’anni di militanza - lei c’è dalla fondazione del club storico di Milano -, la finale di stasera sarà «tra le più emozionanti, perché l’ultima l’abbiamo vinta 19 anni fa». Giura serafica che non praticherà alcun rito: «Assolutamente, questa stagione è stata talmente bella che anche se non arriva la ciliegina sulla torta va bene così...». Questa è scaramanzia, Carmen? «Può darsi...». giulia.bonezzi@ilgiorno.net