Julian Assange, a Milano si attende la sentenza sull'estradizione del fondatore di WikiLeaks

Martedì 26 marzo i sostenitori del giornalista si sono dati appuntamento davanti al Consolato britannico per presidiare

Milano, 25 marzo 2024 – Il colpo di coda di una storia iniziata nel 2010 è attesa per domani, martedì 26 marzo, quando alle 10.30 (11.30 ora italiana) l’Alta Corte londinese darà la sentenza definitiva sull’estradizione di Julian Assange.

Il giornalista e fondatore di WikiLeaks è accusato negli Stati Uniti di violazione dell’Espionage Act, una legge contro gli atti di spionaggio.

Da cinque anni si trova nel carcere di massima sicurezza londinese di Belmarsh ma se estradato negli Usa rischia di essere condannato a 175 anni di carcere, se si sommano assieme tutti i capi di accusa contro di lui.

A Milano il comitato “Julian Assange libero” ha comunicato di presidiare Piazza del Liberty alle 18 di martedì, davanti al Consolato Britannico della città, a prescindere dalla sentenza: il comitato infatti sottolinea che la decisione non riguarda solo il futuro di un uomo ma soprattutto riguarda il diritto ad avere un'informazione libera, corretta indipendente.

Dopo le udienze di febbraio 

I giudici dell'Alta Corte si sono presi più di un mese, dopo i due giorni di udienza in febbraio, per considerare le argomentazioni dei legali dell'attivista australiano: gli avvocati parlano di "una persecuzione contro la legittima attività giornalistica" del loro assistito che rischia di vedersi negati i suoi diritti davanti alla giustizia americana con una condanna sproporzionata.

Dal canto loro le autorità statunitensi sono decise a perseguire chi a loro avviso è andato "oltre i limiti del giornalismo".

Le accuse Usa contro Julian Assange

Perché gli Stati Uniti vogliono processare l’operato di Assange? Il giornalista australiano si trova sotto processo per una delle più grandi fughe di dati nella storia del Paese. Wikileaks, il sito di guidato da Assange, ha pubblicato centinaia di migliaia di documenti segreti statunitensi all’inizio dello scorso decennio che, tra le altre cose, hanno rivelato segreti di stato e crimini di guerra perpetrati in Iraq e Afghanistan.

Se la sentenza definitiva fosse sfavorevole verso il giornalista, Assange potrebbe essere estradato negli Usa nel giro di poco tempo, anche meno di una settimana, aumentando i timori di suo peggioramento di salute.

I problemi di salute del giornalista

Già il mese scorso Assange non era riuscito a presenziare di persona alle udienze all'Alta Corte e neanche ad assistervi in video collegamento a causa dell'aggravamento di condizioni di salute sempre più precarie dopo quasi cinque anni di reclusione preventiva nel carcere di Belmarsh, seguiti ai sette da rifugiato nella clausura murata di una stanza dell'ambasciata dell'Ecuador nella capitale britannica.

Sua moglie, Stella Assange, ha dichiarato: “La sua vita è a rischio ogni singolo giorno che trascorre in prigione. Se verrà estradato, morirà”.