Milano, 4 dicembre 2024 – Dalla “Ballata del Pinelli” al suprematismo neonazista, passando per il sostegno radicale alla causa palestinese. È questa, in breve, la singolare traiettoria politica di Joe Fallisi, all’anagrafe Giuseppe Fallisi, classe 1948, tenore di professione, nato e cresciuto a Milano ma da qualche anno residente a Ostuni, in Puglia.
Fallisi è fra gli arrestati nell’inchiesta condotta dalla Direzione nazionale antimafia insieme alle Direzioni distrettuali antiterrorismo delle procure di Bologna e Napoli che ha portato a smantellare un’organizzazione di estremisti di destra che, fra gli obiettivi, avrebbe avuto anche quello di progettare un attentato alla premier Giorgia Meloni.
Fallisi sarebbe fra gli elementi di spicco del gruppo: per gli inquirenti sarebbe stato anche il responsabile della chat Telegram aperta per diffondere materiale di propaganda politica.
Gli inizi
La prima traccia lasciata da Fallisi nel mondo della musica risale al 1970. Ha 22 anni ed è vicino agli ideali liberatari e anarchici. In quell’anno incide la sua versione della canzone anarchica “La ballata del Pinelli”, dedicata al ferroviere ingiustamente accusato di aver partecipato alla strage di piazza Fontana e morto in circostanze mai del tutto chiarite, precipitando da una finestra del palazzo della questura di Milano.
Fallisi è coinvolto a tal punto nella causa da firmarsi, nella prima pubblicazione del brano, come “parole e musica del proletariato”.
Il curriculum
Fallisi frequenta scuole e istituzioni prestigiose: la scuola del Piccolo, il conservatorio Giuseppe Verdi dove consegue la licenza in musica vocale e da camera, l’università di Genova dove si laurea in filosofia con lode.
Di ispirazione poliedrica, nella sua carriera spazia fra la musica lirica, la canzone di protesta (Addio a Lugano, La ballata di Sante Cesario, Chansons de la Bande à Bonnot sono alcuni dei brani da lui interpretati), il teatro e il cinema. Su quest’ultimo fronte è protagonista di due film, “L’ultima mazurka” e “Rosso autunno”.
Risale al 2008 la collaborazione con il gruppo elettro rap Two Fingerz e Dargen D'Amico per “Oltre il mare”, progetto a scopo benefico di Save the Children.
La politica
La produzione di Fallisi è segnata, sin dagli inizi, da una marcata attenzione agli aspetti politici e sociali. È un acceso sostenitore della causa palestinese e un altrettanto acceso critico dello stato di Israele. Nel 2010 è a bordo di una nave carica di aiuti umanitari diretta a Gaza che viene presa d’assalto dalle forze marittime di Tel Aviv. A quel tempo è considerato vicino alle posizioni di Sinistra e Libertà.
Successivamente si sposta all’estrema destra, un cambio di fronte noto già prima che il suo nome finisca nella lista degli arrestati della autoribattezzatasi Werwolf division. In un sito di area spiega così la sua conversione, con parole che non nascondono un accanito sentimento antisemita.
“Per me non si tratta di ‘diventare’ nulla di quel che gli etichettatori vorrebbero, ma di superare l’8-900 con tutte le illusioni ideologiche e gli orrori che corteggiano gli ultimi due secoli – afferma – Il nazionalsocialismo, così come il fascismo, con tutti i loro errori anche tragici, appariranno quel che effettivamente rappresentarono: l’ultimo argine alla presa del mondo da parte dell’internazionale di Shylock”.