Continuano le ricerche del corpo di Jhoanna Nataly Quintanilla, la babysitter di 40 anni uccisa dal compagno Pablo Gonzalez Rivas, 48enne, ora estese lungo il Naviglio Martesana che scorre non lontano dal monolocale di piazza dei Daini in zona Bicocca dove la coppia conviveva da sei anni.

È il nuovo elemento che spunta dalle indagini sull’omicidio volontario avvalorato da un dettaglio inedito: l’uomo, in carcere per il delitto e l’occultamento di cadavere, si è allontanato in auto dall’abitazione anche la mattina del 25 gennaio, poche ore dopo aver ucciso la compagna. A partire dalle 9 e per circa un’ora ha vagato, probabilmente verso la periferia, per poi rientrare a casa. Poi, solo nel tardo pomeriggio (sempre in auto) si è diretto verso l’area di Cassano d’Adda dove, per giorni, le ricerche hanno interessato carabinieri, vigili del fuoco e droni.
Non solo: una testimonianza parla della donna come di una persona "agitatissima negli ultimi giorni", il che lascerebbe ipotizzare che qualcosa all’interno della coppia si fosse incrinato. Un dettaglio che potrebbe far pensare a un omicidio premeditato, mentre la versione di Gonzalez Rivas è di aver spezzato inavvertitamente il collo di Jhoanna durante un gioco erotico.
Si attende intanto l’esito degli esami da parte dei carabinieri del Ris, che insieme ai colleghi delle Investigazioni scientifiche martedì hanno passato al setaccio con il luminol l’appartamento, la cantina, il box e l’auto. Nella casa, che era pulita e in ordine, sono emerse tracce biologiche tra cui "macchie di sangue" ancora da attribuire. Sotto la lente degli investigatori anche materiale cartaceo, sequestrato per eseguire degli accertamenti patrimoniali alla ricerca di un possibile movente economico e anche per ricostruire tutta la storia della coppia.