Milano, 11 febbraio 2025 – Gli esami con il luminol non hanno rilevato per ora tracce evidenti di sangue, nell'appartamento dove vivevano la colf Jhoanna Nataly Quintanilla e il compagno Pablo Gonzales Rivas, ora in carcere con l'accusa di aver ucciso la donna e di aver nascosto il cadavere, non ancora rinvenuto.

Sono state, invece, identificate altre tracce di natura organica che verranno analizzate, in seguito, con alcuni reagenti e potranno offrire elementi utili all'inchiesta. Le analisi effettuate dai carabinieri del Ris di Parma proseguiranno nel pomeriggio, concentrandosi in particolare sull'auto che utilizzava la coppia. Gli accertamenti, comunque, proseguono anche nell’appartamento.
Erano presenti ai rilievi anche la procuratrice aggiunta Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo, che coordinano le indagini dei carabinieri. Proseguono, inoltre, le ricerca del cadavere. L'uomo ha sostenuto, nel corso dell'interrogatorio, che la compagna è morta durante un gioco erotico.
Gli accertamenti della mattinata
I due magistrati hanno raggiunto alle 11.30 l'appartamento in piazza dei Daini 4 in zona Bicocca dove è morta Jhoanna Nataly Quintanilla, la baby sitter salvadoregna di 40 anni del cui omicidio è accusato il compagno 48enne Pablo Gonzales Rivas. Nel monolocale e nel box è si è tenuto il sopralluogo del Ris dei carabinieri, che hanno setacciato gli ambienti alla ricerca di elementi utili alle indagini.

L’uomo, al momento, è in carcere con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. I rilievi in casa e in altri ambienti potrebbero confermare o smentire la sua versione a seconda della presenza o meno di eventuali tracce ematiche che, per ora, all’interno dell’abitazione non sono state identificate.
Il 48enne, che in un primo momento aveva simulato l'allontanamento volontario di Jhoanna, non ha fornito indicazioni precise su dove avrebbe gettato il corpo, nascosto in un borsone, dicendo di averlo lasciato in un fosso tra Cassano d'Adda e Treviglio.