MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Il padre di Jessica Faoro, uccisa a 19 anni: “L’assassino mi scrive, ma non lo perdonerò mai”

Milano, Stefano Faoro: “Ogni volta che penso a come è stata massacrata mia figlia sto male”. La tragedia è diventata un monologo teatrale, in scena sabato 13 maggio al Centro culturale Asteria

Jessica Faoro,  uccisa con 85 coltellate la notte del 7 febbraio 2018. Aveva 19 anni

Jessica Faoro, uccisa con 85 coltellate la notte del 7 febbraio 2018. Aveva 19 anni

Milano – “Non mi ha mai chiesto scusa. Da lui ho ricevuto lettere e cartoline: mi ha scritto di portare un fiore o un lumino a Jessica. Mi ha chiesto se sono davvero convinto che sia stato lui a uccidere mia figlia. Io non gli ho mai risposto. Non solo non lo perdonerò mai ma gli chiedo di non cercarmi, non voglio incontrarlo. Neppure quando uscirà dal carcere". A parlare è Stefano Faoro, papà di Jessica, la ragazza di 19 anni uccisa con 85 coltellate la notte del 7 febbraio 2018 nell’appartamento di Alessandro Garlaschi, il tranviere che la ospitava e che è stato condannato all’ergastolo.

La ragazza si era trovata sola, senza una guida, dopo un passato difficile: era stata tolta da bambina alla sua famiglia in difficoltà ed era stata a lungo in comunità. Destino ha voluto che incrociasse Garlaschi, allora 43enne. L’uomo che le aprì le porte di casa sua in via Brioschi sarebbe diventato il suo assassino.

"È stata massacrata. Ogni volta che ci penso, sto male. Ho avuto bisogno di supporto psicologico, è un trauma che non si cancella", dice il papà. Ma una luce c’è. "Questo sabato ci sarà uno spettacolo teatrale in memoria di Jessica". Il monologo N.N. della poetessa e scrittrice Mara Venuto, interpretato dall’attrice Sarah Macchi: appuntamento sabato 13 alle 18.30 al Centro culturale Asteria di piazza Carrara, al quartiere Stadera. Un evento nell’ambito di “Ben venga maggio“ Festival internazionale di Poesia.

"Io voglio credere che non sia tutto un caso: il nulla osta dal direttore artistico Milton Fernandez è arrivato lo scorso 7 febbraio, l’anniversario della morte di Jessica. E il Centro Asteria è a poche centinaia di metri dalla casa in cui mia figlia è stata assassinata", aggiunge Faoro. "Io – rivela – non sono riuscito a leggere tutto il monologo, perché mi faceva soffrire troppo. Trovo veritiera un’immagine: mia figlia è stata come l’erba che cresce ai bordi del marciapiede, che nessuno guarda". N.N., sigla che rimanda a “figli di genitori ignoti“ è il titolo del monologo che ricostruisce la storia di Jessica. "Una ragazza sola e senza guida – si legge nella presentazione –, una figlia di N.N. che si era fatta da madre e padre allo stesso tempo, cresciuta senza vendersi e senza elemosinare, una vita strappata senza riguardo, come valesse niente, da chi avrebbe potuto proteggerla".

"La riflessione – spiega l’autrice, Mara Venuto – si allarga sulla maternità e paternità del nostro tempo e sulle condizioni di tanti ragazzi “invisibili“. In Italia ogni anno migliaia di adolescenti compiono 18 anni ed escono dalle comunità senza più avere una guida. Mentre altri coetanei festeggiano la maggiore età, loro si ritrovano ad essere soli, alla mercè dei pericoli. Jessica era in questa situazione e cercava disperatamente di cavarsela con le sue forze: aveva 19 anni, era senza un tetto e senza un lavoro. Purtroppo si è imbattuta in un uomo che aveva più del doppio della sua età e che non ha avuto alcuna compassione, né l’ha protetta. Anzi, si è approfittato delle sue fragilità e le ha tolto la vita". Una riflessione che ne apre un’altra, "sulla mancata indipendenza economica delle donne, che le porta a dover dipendere da qualcuno senza poter condurre una vita autonoma".

Lo spettacolo serve a non dimenticare ma anche a rimediare. "Nessuno deve più trovarsi nella situazione di mia figlia. Questa storia – conclude papà Faoro – deve servire ad aiutare altri ragazzi come lei, a colmare il vuoto tra genitori e figli, anche attraverso progetti mirati. Nessuno sia più dimenticato".

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