
Javier Zanetti con il direttore de Il Giorno Giancarlo Mazzuca
Milano, 21 aprile 2016 - Una sorpresa molto gradita, un regalo davvero speciale per i 60 anni del «Giorno». L’ex capitano e attuale vicepresidente dell’Inter, Javier Zanetti, è arrivato in redazione verso le 13 per parlare di calcio e non solo. La visita del campione sudamericano rientra nell’ambito dei numerosi eventi celebrativi della ricorrenza che da vicino riguarda il nostro quotidiano: iniziative speciali per i lettori, dibattiti, incontri, concerti fino al dicembre 2016. L’ex calciatore nerazzurro, accompagnato dal responsabile della comunicazione dell’Inter, Robert Faulkner e da alcuni componenti dell’ufficio stampa ha assistito alla riunione di redazione e poi ha incontrato i cronisti del «Giorno» con cui ha affrontato diversi argomenti ma soprattutto ha parlato della sua lunghissima esperienza di vita (e non solo sportiva) a Milano.
Zanetti è pronto a legarsi per sempre ai colori nerazzurri: "Essere vicepresidente è molto importante, cerco di rendermi disponibile e di trasmettere cosa significa l'Inter per me. Credo che questo sia apprezzato sia da Thohir che da Moratti visto che il mio rinnovo di contratto sarà a tempo indeterminato. Ho iniziato una nuova vita, mi sono messo a studiare e non è semplice dopo 23 anni da calciatore fare altro. Il mio è un ruolo ampio, non solo legato alla parte sportiva". E sul momento dell'Inter, che con la sconfitta contro il Genoa sembra aver salutato definitivamente ogni possibilità di raggiungere il terzo posto scivolando a -7 dalla Roma, il commento di Zanetti è laconico: "Ieri abbiamo avuto tanta sfortuna, purtroppo il calcio è anche questo".
Poi, Zanetti ha esposto il suo pensiero sul caso-Totti: "Ieri per nostra sfortuna ha fatto vincere la Roma, è uno di quei giocatori in grado di decidere una partita in qualsiasi momento. Io ho un grandissimo rapporto con lui, ci siamo affrontati per tanti anni con ammirazione e rispetto. È un simbolo di Roma". Zanetti ha fatto un parallelismo con il suo addio al calcio: "Anche io ci sono passato e l'Inter è stata esemplare con me. Sei mesi prima della fine del campionato ho deciso di smettere e ne ho parlato con la società, insieme abbiamo preparato un percorso per finire al meglio. Persone come Maldini, Del Piero, Totti, come sarà per Buffon quando smetterà, meritano un posto nel loro club. Ma nulla di dovuto. Mi auguro che ci sia buon senso affinché questa bellissima storia tra Totti e la Roma finisca come si deve". "Qualcuno pensa che le bandiere siano persone ingombranti, in realtà è il contrario. Non vogliamo rubare il posto a nessuno ma contribuire alla crescita della società. Spero che accada anche anche a Totti dopo 23 anni di Roma, Francesco merita un finale di carriera felice".
Argentino di nascita ma “meneghino d’adozione” (arrivò in città nell’estate del 1995 e da allora mai ha tradito la sua grande fede nerazzurra), Zanetti si è ormai integrato perfettamente in Italia. Ben diciannove le stagioni calcistiche con l’Inter e 858 gare disputate. Per il popolo nerazzurro è un’icona, ma soprattutto il capitano dello storico “Triplete” conquistato nel maggio del 2010 con Josè Mourinho in panchina. Durante la sua lunga e splendida carriera, Zanetti ha collezionato titoli, coppe e tanti record: è diventato il giocatore straniero con più presenze in Serie A (615); il giocatore con più presenze in Champions League da capitano (82); il marcatore più anziano della Uefa Champions League, in Inter-Tottenham 4-3, a 37 anni e 71 giorni fino al gol di Inzaghi contro il Real Madrid; il marcatore più anziano della Coppa del mondo per club Fifa, in Seongnam-Inter 0-3, a 37 anni e 127 giorni. Ma è pure il giocatore straniero più anziano ad aver giocato una partita di Serie A: in Chievo Verona-Inter del 18 maggio 2014 è sceso in campo a 40 anni e 282 giorni. Con la gestione di Erick Thohir è diventato vicepresidente del club, restando un punto di riferimento per tutto lo spogliatoio. Da sempre, inoltre, è impegnato nel sociale con la Fondazione Pupi che raccoglie denaro per un’organizzazione non-profit che si occupa di fornire il necessario sostegno economico ai bambini disagiati, e alle loro famiglie, nella zona di Buenos Aires. Proprio per l’impegno profuso nella sua Fundación, nel 2005 l’ufficio di presidenza del Consiglio comunale di Milano gli ha conferito l’Ambrogino d’oro.
Domenica 24 aprile, sul nostro quotidiano in edicola, potrete trovare quattro pagine dedicate alla giornata in redazione di Javier Zanetti.