
Riunione in Prefettura con Piantedosi. "Primo segnale positivo del lavoro messo in campo". Sala: "Continuiamo su questa strada". Stretta anti ultrà: 506 Daspo sportivi e fuori contesto.
I dati dei primi cinque mesi fanno ipotizzare che il 2025 si chiuderà con un calo dei reati, in linea col trend consolidato degli ultimi anni: tra gennaio e maggio, le statistiche parlano di un -10%, da sommare al -4% tra 2023 e 2024. La fotografia aggiornata della criminalità in città è finita ieri mattina sul tavolo del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a Palazzo Diotti, presieduto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi; al vertice hanno partecipato il prefetto Claudio Sgaraglia, il sindaco Giuseppe Sala, il procuratore capo Marcello Viola, il questore Bruno Megale, i comandanti provinciali di Arma e Finanza Pierluigi Solazzo e Andrea Fiducia e il comandante della polizia locale Gianluca Mirabelli.
La riduzione dei reati ha riguardato diverse fattispecie, a cominciare da quelle che creano più allarme sociale: nel primo trimestre, ad esempio, le rapine e i furti sono diminuiti dell’11,6% e dell’1,25%; in calo pure le denunce per violenze sessuali (-18%), lesioni (-5,7%) e spaccio (-29,8%). "C’è qualche elemento di soddisfazione, registriamo un diffuso calo dei reati, a cui fa fronte un incremento significativo dei dati che riguardano l’attività di contrasto delle forze di polizia – ha sintetizzato Piantedosi –. È un primo segnale, molto freddo come dato, del lavoro positivo che abbiamo messo in campo con migliaia di unità di personale immessi negli organici delle forze di polizia". Un focus è stato dedicato alle operazioni ad alto impatto (373 dal gennaio 2023 in avanti) e alle "zone rosse", istituite il 30 dicembre scorso nelle aree che ruotano attorno alle stazioni ferroviarie (Centrale, Garibaldi e Rogoredo) e in quelle più battute da turisti e popolo della movida (Duomo, Darsena e Navigli): più di 260mila le persone controllate (di cui 140mila straniere), circa 2.500 gli ordini di allontanamento notificati. "Stanno funzionando – il commento del titolare del Viminale – se si guarda ai numeri degli interventi, ma abbiamo anche il segnale di un riconoscimento che viene dalla cittadinanza, anche per quello che è il delta tra sicurezza percepita e oggettività dei fenomeni". Un argomento, quest’ultimo, sul quale si è soffermato anche Sala: "È chiaro che la percezione dei cittadini ha una memoria molto lunga, quindi io non mi illudo che si possa in tempi brevi far cambiare percezione: non credo che ci si debba neanche provare a lavorare sulla percezione, bisogna lavorare sui fatti". Vale a dire, "un rinforzo serio delle forze dell’ordine". Senza dimenticare l’iniezione di nuovi ghisa, ora a quota 3.200: "L’età media sta scendendo di molto, è abbastanza vicina ai 40 anni: più agenti e più pattuglie serali e notturne". Detto questo, "posso capire che la percezione dei cittadini è una percezione resistente e lo comprendo: noi non possiamo che continuare però su questa via".
In corso Monforte si è parlato pure della stretta anti ultrà, scattata dopo l’inchiesta della Dda che ha smantellato i vertici del tifo rossonerazzurro ed evidenziato le infiltrazioni della ’ndrina Bellocco a San Siro: le cifre dicono che nel corso della stagione calcistica appena conclusa sono stati comminati 63 Daspo sportivi, che hanno portato a 291 (113 interisti e 178 milanisti) il numero complessivo di tifosi espulsi a tempo dal Meazza. In attesa di implementare il nuovo sistema di videosorveglianza con riconoscimento facciale ai tornelli, la Questura ha utilizzato in maniera capillare anche lo strumento del Daspo fuori contesto, destinato a persone che si siano rese responsabili di gravi reati anche al di fuori degli stadi: 443 i provvedimenti emessi dal secondo semestre del 2024 in poi. Ultima nota per i rimpatri: +70% rispetto al 2024.