
È riuscita a tornare a casa Elisa Cervetti, 24enne milanese rimasta "nel limbo" all’aeroporto di Londra tra il 20 e il 21 dicembre, giorno in cui l’Italia ha deciso di bloccare i voli da e per la Gran Bretagna a causa della variante inglese del coronavirus scoperta oltremanica. L’Inghilterra era la tappa intermedia del suo viaggio con scalo da Oslo, dove vive, studia e lavora dopo aver terminato il master in Ecologia alla Norwegian University of Life Sciences, Nmbu, e Milano, la sua città d’origine, dove avrebbe voluto trascorrere il Natale. Il suo viaggio-odissea si è concluso domenica 27 con l’arrivo a Linate.
Elisa, che volo ha preso per tornare?
"Un volo Alitalia con scalo a Roma Fiumicino. Sono partita a mezzogiorno dall’aeroporto di Heathrow dopo aver effettuato il tampone rapido: ero negativa, per fortuna. A Roma ho dovuto farne un secondo, c’era un percorso apposito per chi arrivava da Londra. Sono rientrata a Milano in serata, poi ha iniziato a nevicare. Le mie amiche, scherzando, mi hanno detto che i fiocchi erano da attribuire a me".
Quale la difficoltà principale?
"Organizzare il viaggio, perché le informazioni erano confuse e non c’è stato alcun supporto a livello istituzionale: per le prime 48 ore c’è stato il panico totale, tutto è stato gestito male, con comunicazioni frammentarie. Poi è stato annunciato che sarebbero potuti rientrare i residenti (il mio caso) e le persone in stato di criticità o urgenza. Nel frattempo, io avevo trovato ospitalità da un’amica. La richiesta di dover effettuare prima il tampone, ragionevole, si scontrava con il fatto che quelli fossero i giorni di Natale: io avevo prenotato inizialmente un volo economico per il 26 dicembre ma non sono riuscita a fare il tampone il 25 e neppure il 26, perché non c’era posto (alla partenza, il tampone era a pagamento). Non c’era neppure garanzia su quali voli sarebbero effettivamente partiti".
Qual è stata la reazione dei suoi genitori appena vi siete rivisti?
"Erano contenti, sollevati di sapermi finalmente al sicuro".
Come trascorre le giornate?
"Sono obbligata a stare in isolamento per 14 giorni. Ma va bene così. Se uno dei due tamponi fosse stato positivo, non sarei neppure potuta rientrare a casa. Ad altri è capitato, purtroppo. Fisicamente sono ospitata da mia sorella, che ha già avuto il coronavirus. Sono isolata da tutto e tutti ma sono contenta di essere a Milano, anche se avrei voluto delle feste diverse...".
Come passa il tempo?
"Ho preso un puzzle da 2mila pezzi, il cui soggetto è una mappa del mondo vecchio stile, artistica. Forse cancellerò la Gran Bretagna, chissà...".
Marianna Vazzana