BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Ingaggiati i medici di base "Come per l’antinfluenzale"

A Vimodrone il sindaco risponde così all’invito di Ats ad arrangiarsi da soli

di Barbara Calderola

Diciassettemila vaccinazioni in 15 giorni. Vimodrone si prepara a imbracciare il bazooka contro il virus. Si sono fatti avanti due candidati, la Golgi-Redaelli, la casa di riposo, "un ospedale a tutti gli effetti con medici e infermieri specializzati" e il Comune. "Ats ci ha detto a chiare lettere che i centri vaccinali aggiuntivi sono graditi, ma che dobbiamo provvedere al personale. Loro non ne hanno più", spiega il sindaco Dario Veneroni, deciso "ad avere una sede sul territorio". "Così abbiamo coinvolto i medici di famiglia, la cooperativa Iml, su modello dell’antinfluenzale". In autunno la collaborazione con la parrocchia che prestò gli oratori per le iniezioni permise all’Amministrazione di somministrare tutte le dosi possibili. Ora, invece il piano, "su vasta scala ci consentirebbe, se ci fossero le fiale, di chiudere la partita in due settimane - aggiunge il primo cittadino -. L’accelerata impressa in questi giorni alla campagna però resta sulla carta. La prima condizione è che l’approvvigionamento delle dosi diventi regolare. In quell’ipotesi, però, saremmo pronti a scendere in campo e come noi l’Rsa". "Lo scopo è lasciarci alle spalle il prima possibile la pandemia che ci è già costata 64 vittime. Vite cancellate con una scia di dolore infinita". Facendo da sé il Comune punta a evitare i disservizi dei quali sono stati vittime gli over 80, "spediti a 70 chilometri da casa, andata e ritorno, per la prima puntura". Le ragioni del Comune sono state riassunte in una lettera spedita ieri all’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti. "Solo potenziando le linee vaccinali si arriverà a quell’immunità di gregge che è il traguardo che tutti vogliamo raggiungere per tornare a una normalità e mettere fine ai rischi per la salute e per l’economia".

Da settimane, Veneroni lancia appelli alla responsabilità: "Ho chiesto a tutti il rispetto rigoroso delle regole anti-contagio. La chiusura serve se organizziamo l’immunizzazione, altrimenti non ne verremo mai fuori. La zona rossa è propedeutica, ma senza vaccini è solo un palliativo. Siamo pronti a fare la nostra parte. Ci mettiamo spazi pubblici, logistica e dottori grazie ad accordi che aspettano solo l’avallo delle autorità sanitarie". L’ultima tegola è stata la sospensione di Astrazeneca: 2.400 iniezioni congelate dall’Asst Melegnano-Martesana a insegnanti e operatori del sociale in attesa che oggi Ema e Aifa sciolgano la riserva.