Informatori scientifici addio "Sostituiti da software"

Alfasigma ne taglia 220 con base a Milano, anche altri colossi riducono gli organici

La scure sugli informatori scientifici colpisce l’occupazione a Milano. Il piano di tagli del personale presentato dal colosso farmaceutico Alfasigma comporterà 257 esuberi sotto la Madonnina su un totale di 333 in Italia. Potrebbero perdere il posto, quindi, circa 220 informatori scientifici con base a Milano, oltre a 37 lavoratori dello stabilimento Sofar (società acquisita da Alfasigma) a Trezzano Rosa, nella Città metropolitana. "Il nostro territorio subirà l’impatto più pesante – spiega Rino Fresca, segretario della Femca-Cisl di Milano – in un periodo che ha già visto pesanti tagli di informatori scientifici anche in altre realtà, come Janssen a Cologno Monzese, Novartis o Recordati. Una figura professionale che le aziende stanno cercando di ridurre al minimo sfruttando il più possibile la possibilità di svolgere incontri da remoto, con tecnologie e modalità che hanno conosciuto una accelerazione durante la pandemia. Un informatore scientifico che viene licenziato in questo periodo ha scarse possibilità di ricollocarsi nel mondo del lavoro, e anche per questo servono tutele".

La stessa Alfasigma, colosso bolognese con circa tremila dipendenti nel mondo, nella nota seguita all’incontro con i sindacati sugli esuberi parla della necessità di "revisione e aggiornamento delle competenze professionali derivata dai trend di digitalizzazione e automazione". Gli esuberi riguardano complessivamente 333 dipendenti, oltre a 10 dirigenti, colpendo in particolare "l’area di informazione scientifica del farmaco e conseguentemente le strutture di supporto commerciale, oltre a posizioni di staff".

L’azienda, che promette di triplicare nell’arco dei prossimi cinque anni gli investimenti in sviluppo e tecnologia, parla di un cambiamento "indispensabile soprattutto in forza del completamento dell’integrazione di Sofar, della revisione delle priorità di portafoglio, legata anche alla scadenza di alcuni brevetti di Alfasigma, e della più generale revisione e aggiornamento delle competenze professionali". Un piano che i sindacati rispediscono al mittente, proclamando otto ore di sciopero, probabilmente per il 6 marzo, quando verrà organizzata anche una manifestazione a Bologna. "Una riorganizzazione che mina la sostenibilità e la funzionalità delle attività se non con una concentrazione delle attività che risultano difficili da sostenere", spiegano le segreterie nazionali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil. "Il nostro compito è andare a fondo di questa decisione. Dobbiamo invertirne la rotta che consideriamo irricevibile. Per questa ragione, dopo una prima interlocuzione da noi richiesta con urgenza e avvenuta in Confindustria Emilia-Centro, alla presenza anche di Assolombarda, la nostra valutazione non è mutata – proseguono – e con il coordinamento nazionale si è deciso lo stato di agitazione del gruppo, con il blocco degli straordinari e la proclamazione di 8 ore di sciopero".

Andrea Gianni

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