I secchi e il mocio per provare a contenere l’acqua che filtra dal soffitto e dai muri a causa della pioggia incessante di ieri. I dottori e le dottoresse della farmacia di via Boifava, quartiere Chiesa Rossa, periferia sud della città, sono costretti a un doppio lavoro per proteggere il locale e le aree dove sono conservate le medicine. Una situazione che si trascina da mesi, un degrado collegato alla non ancora realizzata ristrutturazione del palazzo di 12 piani di proprietà di Aler, un immobile che sorge proprio sopra la farmacia, al civico 29 di via Boifava.
I lavori non sono ancora partiti a causa di un lungo contenzioso tra Aler e Comune, che non ha ancora dato il via libera definitivo alla costituzione di un diritto di superficie a favore di Aler, un passaggio tecnico amministrativo per far partire la ristrutturazione, per la quale sono già stati stanziati oltre 15 milioni di euro. In attesa che la situazione si blocchi, il degrado avanza, nella torre e nella sottostante farmacia. I condomini di via Boifava 29 sono disperati. Un loro portavoce, Paolo Fumagalli, lancia il grido d’allarme: "Non ce la facciamo più. La settimana scorsa sono già caduti pezzi di intonaco dai balconi, adesso con tutta l’acqua caduta la situazione peggiorerà sicuramente".
Piove sul bagnato. Perché, al di là delle precipitazioni atmosferiche, l’immobile di proprietà Aler limitrofo alla torre, dove fino a qualche mese fa c’erano Carrefour e Aumai, sta iniziando a creare problemi agli inquilini del palazzo: "Dai locali dove c’erano Carrefour e Aumai, probabilmente non igienizzati come si deve, iniziano a uscire topi che arrivano fino all’ingresso del nostro palazzo. Stiamo pensando di fare una segnalazione all’Asl", continua Fumagalli, il quale, subito dopo, ricorda che la situazione di emergenza legata ai ritardi nel restyling della torre si trascina da molto tempo: "Siamo recintati da circa sette anni per problemi relativi al degrado del palazzo. Prima c’era una palizzata in legno e ci chiamavano Fort Apache, ora è in alluminio. Il problema resta".
Il fatto che preoccupa di più gli inquilini è che la situazione di stallo dovuta al mancato accordo tra Aler e Comune sul diritto di superficie non sembra avere una soluzione nel breve periodo: "A luglio siamo stati convocati in Regione dal gruppo di FdI, ci era stata promessa un risposta sui lavori di ristrutturazione indispensabili per la torre, ma non abbiamo più ricevuto aggiornamenti". E Aler? "L’ultimo incontro con loro risale all’anno scorso, poi non abbiamo saputo più nulla – racconta Fumagalli –. Come se non bastasse, la scorsa settimana abbiamo segnalato che un ascensore del palazzo è guasto e non è ancora intervenuto nessuno. Ma noi abitiamo in una torre che ha 12 piani. Speriamo che nel frattempo non si fermi anche l’altro ascensore".
La situazione del palazzo di via Boifava 29 e della sottostante farmacia è solo un tassello dei problemi registrati nella via negli ultimi mesi. All’addio di Carrefour e Aumai, che hanno lasciato il quartiere Chiesa Rossa senza un supermercato di vicinato per gli anziani che non hanno un’auto con cui spostarsi, vanno aggiunti i ritardi nella ristrutturazione del Teatro Ringhiera, chiuso dal 2017. Pare che finalmente le opere di restyling del teatro siano state assegnate tramite gara d’appalto, ma i lavori non sono ancora partiti.
Nella farmacia di via Boifava, intanto, le infiltrazioni non si fermano e i farmacisti, armati di secchi e mocio, fanno del loro meglio per far andare avanti il presidio sanitario nel migliore dei modi. Ma fino a quando potrà proseguire una situazione del genere? La domanda va rivolta in primis ad Aler.
Massimiliano Mingoia