Indagini e accertamenti Autopsia determinante per definire i reati del barman omicida

Intanto dal carcere Alessandro Impagnatiello viene definito tranquillo. Oggi incontrerà l’avvocato per la nomina del perito necessario per l’esame.

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Indagini e accertamenti Autopsia determinante per definire i reati del barman omicida

di Anna Giorgi

Giulia e Thiago sono morti e Alessandro è in carcere reo confesso. Ora comincia la parte più squisitamente tecnica di questa storia straziante in cui ci sono due donne, Giulia incinta e “l’altra“ che aveva abortito, entrambe con la sfortuna di innamorarsi dello stesso mostro, di cadere nel tranello di un castello di bugie tenuto insieme dal narcisismo criminale di Alessandro Impagnatiello, 30 anni barman all’Armani Bamboo.

In questi giorni di carcere l’assassino è parso molto tranquillo, stando a quello che hanno detto gli investigatori. Oggi pomeriggio incontrerà il suo avvocato al quale è stato mandato l’invito a nominare un perito, come previsto dalla legge per assistere all’autopsia di Giulia e Thiago che a quel punto sarà fissata non prima di mercoledì.

Quasi scontato che Impagnatiello avrà la pena massima per l’omicidio, il dibattimento si discuterà in Assise, probabilmente in immediato, se la procura lo chiederà. La relazione autoptica sarà comunque determinante per la qualificazione precisa del reato. Solo il medico legale potrà stabilire il momento esatto della morte, se la povera Giulia è morta subito o c’è stata agonia e quindi se il bambino poteva essere salvato con un soccorso tempestivo.

E ancora, sempre l’autopsia stabilirà se il feto era pronto per nascere, e quindi appunto la qualificazione dello stesso come persona giuridica, il che comporterebbe l’accusa di duplice omicidio. Il corpo di Giulia è stato trovatpo avvolto dalla plastica, parzialmente bruciato. Ad occhio nudo sul cadavere erano visibili solo due coltellate inferte all’altezza del collo e una, meno profonda, sotto il seno destro. "Ma non è detto - spiegano gli investigatori - che fossero le uniche inferte".

Anche in questo caso sarà determinante l’autopsia perché l’assassino potrebbe averne date molte di più di quelle visibili in quel momento. Ricordiamo che c’erano bruciature sulla pelle, perché lui dopo averla accoltellata ha tentato di darle fuoco nella vasca da bagno perché pensava di "non renderla riconoscibile". E in quel caso, se risultassero più ferite si potrebbe addirittura ripensare l’aggravante della tortura che richiede la ripetitività e la pervicacia, come ad esempio avviene nell’overkilling.

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