San Donato, brucia il rosso semaforo e uccide Sabrina: era drogato

Si aggrava la posizione del 19enne che ha provocato lo spavemtoso incidente, nel suo sangue cannabis e cocaina

La vittima Sabrina Franco

La vittima Sabrina Franco

San Donato Milanese (Milano) - Si aggrava la posizione del 19enne marocchino responsabile di aver travolto l’auto guidata da Sabrina Franco, 38enne di San Donato morta mercoledì sera sulla Paullese in seguito alle gravissime lesioni riportate. Arrestato con l’accusa di omicidio stradale e omissione di soccorso, il giovane si era messo al volante dopo aver utilizzato droga, cannabis e cocaina, secondo i referti dei test tossicologici effettuati in ospedale. Il ragazzo si trovava alla guida di una Volkswagen Passat, intestata a un amico connazionale, e ha bruciato il rosso all’incrocio tra la statale Paullese e via Moro. Secondo le testimonianze sui social di alcuni automobilisti, "la macchina correva già da diversi chilometri, andava veloce", ma saranno le indagini della polizia locale guidata dal comandante Ferdinando Longobardo a chiarire ogni dettaglio.

I dubbi sono comunque pochi: le due telecamere installate proprio sull’incrocio inquadrano l’auto del 19enne, con a bordo due amici di 24 e 27 anni, che taglia l’incrocio senza fermarsi davanti al semaforo rosso, travolgendo la Opel Corsa guidata dalla 38enne, con a fianco la mamma 65enne. Ancora critiche le condizioni della donna che si trova ricoverata in prognosi riservata. Nulla da fare per Sabrina Franco: le lesioni riportate erano troppo gravi già all’arrivo dei soccorritori. Ad appesantire la posizione dei tre uomini a bordo della Passat, c’è anche l’omissione di soccorso: tutti sono scappati tentando la fuga a piedi per le vie laterali alla statale, ma gli agenti che avevano raccolto sul posto le testimonianze sono riusciti a rintracciarli in pochi minuti e a bloccarli. Si attende per le prossime ore la decisione del gip per la convalida dell’arresto del 19enne che ora si trova nel carcere di San Vittore. In lutto la comunità di San Donato, dove la donna viveva insieme alla famiglia, proprio a due passi dal punto dell’incidente: tra pochi giorni sarebbe andata a convivere con il fidanzato. Mentre si piange "una morte iniqua, era una ragazza meravigliosa", commenta chi la conosceva, il sindaco Andrea Checchi si stringe al dolore della famiglia e chiede agli enti competenti di Città metropolitana di intervenire per mettere in sicurezza l’incrocio maledetto, luogo, negli anni, di incidenti anche mortali. D’accordo i cittadini, che chiedono la realizzazione di una rotonda, anche per cercare di rallentare i guidatori.

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