
Andrea Masi, morto in un incidente sul lavoro
Milano, 10 settembre 2020 - Morire sul lavoro a 18 anni, al primo giorno di contratto. Nella civile metropoli lombarda è successo anche questo e non è detto che sia solo casualità. Andrea Masi, giovanissimo operaio che aveva appena finito gli studi, trovò una morte orribile due anni fa mentre lavorava su un impianto di fibre ottiche nel parcheggio sotterraneo di un centro commerciale al Portello. Una tragedia insopportabile per la famiglia del ragazzo, distrutta dal dolore. E il paradosso di un’assicurazione sugli infortuni che forse c’era e forse non c’era. E che comunque, almeno finora, non ha versato un euro di risarcimento.
Per la Procura non è stata solo sfortuna, quella che condannò Andrea nell’ottobre 2018. A processo per omicidio colposo c’è anche il datore di lavoro del ragazzo, accusato di aver omesso "di prendere le misure necessarie per assicurare la sicurezza dei lavoratori", in particolare non essersi curato che "avessero ricevuto una informazione, formazione ed addestramento specifici ed adeguati" a manovrare l’attrezzatura sulla quale stavano operando.
Quella sera maledetta del suo primo giorno di lavoro, Andrea stava lavorando su un elevatore guidato da un collega e batté violentemente la nuca contro un’architrave. Secondo gli inquirenti il datore di lavoro del giovane, amministrore di fatto della NetWisp srl, azienda del Comasco specializzata nella istallazione di fibre ottiche, avrebbe violato la normativa sulla sicurezzza nei luoghi di lavoro.
La ricostruzione di quanto avvenne si basa sulle testimonianze di chi assistette all’incidente mortale, poiché quel punto del parcheggio non è "coperto" dalle telecamere. Andrea sarebbe stato seduto sul parapetto di una piattaforma elevatrice per lavorare a un quadro elettrico fissato al soffitto. Avrebbe dovuto installare o riparare la fibra ottica, ma il suo collega che era alla guida del mezzo (e che ha chiesto di patteggiare la pena) non era stato addestrato a farlo, secondo l’accusa, e dunque non sarebbe stato l’unico responsabile del tragico evento.
E oltre a M.C., 53 anni, amministratore di fatto della NetWisp srl., anche l’azienda stessa è imputata in base alla legge 231 per illecito amministrativo. Entrambi hanno chiesto e ottenuto il rito abbreviato, fissato per ottobre. Oltre ai genitori, anche il fratellino 14enne di Andrea è costituito parte civile. Ma sullo sfondo, c’è l’incredibile incertezza sull’esistenza stessa di un’assicurazione in grado di offrire un risarcimento. "A tutt’oggi non sappiamo se una polizza operativa ci sia o non ci sia" spiega il legale della famiglia, l’avvocato Francesco Mitrano.