
Un palazzo in costruzione a Milano finito, come in altre decine di cantieri, in un limbo
Milano, 8 marzo 2025 – “Verranno fuori tutte le case per studenti, studentati, partirà una raffica...”. In una conversazione telefonica con il progettista Marco Cerri, intercettata dalla Guardia di Finanza lo scorso primo ottobre, l’ex dirigente comunale ora ai domiciliari Giovanni Oggioni esprime tutta la sua preoccupazione su uno dei fronti finiti sotto la lente della Procura. Il successivo 7 novembre, infatti, scatterà il sequestro della palazzina con uno studentato già occupato tra via Lepontina 4 e via Valtellina 38, assieme al cantiere per un complesso residenziale sviluppato dalla società Green Stone.
Gli studentati, annotano i pm, “nelle interpretazioni contorte di Oggioni, Andrea Viaroli (altro ex dirigente indagato, ndr) e della Commissione paesaggio non generano volume e carichi urbanistici, costituendo mezzi di premialità edificatorie”. In questo modo, secondo le accuse, sarebbe stato “gravemente violato” il Pgt, a partire “dal rispetto dei requisiti e delle procedure per l’individuazione dell’interesse pubblico del servizio e per il riconoscimento dei bonus edilizi”.
Le accuse
Oggioni e altri indagati, all’epoca componenti della commissione, sul capitolo Lepontina-Valtellina sono accusati di aver “falsamente rappresentato” che la costruzione dello studentato, affidato a un gestore privato, “rispondesse ai criteri di definizione di “servizio privato di interesse pubblico“”. Per questo gli inquirenti hanno messo sotto la lente anche altre convenzioni che, attraverso lo stesso schema, hanno fatto da base all’apertura di residenze per studenti in altre zone della città.
Palazzi di pregio
Ma c’è un “altro oscuro capitolo della gestione urbanistica” su cui la Procura sta indagando e riguarda, al momento, due zone del centro storico con palazzi di pregio che prima appartenevano all’amministrazione. Aree poi cedute ai privati e, infine, messe all’asta. Fino alla “realizzazione”, in un caso, “di un albergo con 199 camere” in via della Zecca Vecchia, con aumento delle volumetrie in violazione delle normative, senza piani attuativi e con atti “falsi”. Il “più macroscopico” caso, su cui si stanno concentrando gli accertamenti, è proprio quello di via Zecca Vecchia, non lontano dal Duomo. In questo capitolo è indagato per falso, tra gli altri, sempre Oggioni.
Negli atti una intercettazione tra Oggioni e Viaroli che si dicono “preoccupati - riassumono i pm - dell’attenzione della Procura sugli interventi edilizi” nelle zone del centro. Inoltre, pur di ottenere il via libera a un intervento in piazzale Libia, si era pensato anche di presentare un progetto con un palazzo più basso per poi alzarlo una volta varato il salva Milano. In un’altra conversazione Oggioni, brigando per il salva Milano, esplicita una sua convinzione: “Il 90% del mondo è d’accordo con noi e il 10% contro, il problema è che si fa sentire. Spero che la politica ci metta una parola definitiva”.