ANNA GIORGI
Cronaca

Inchiesta urbanistica, ex dirigente comunale non risponde al gip: “È molto depresso. Non esiste alcun Sistema Oggioni”

L’avvocato Brambilla Pisoni , uno dei legali dell’architetto 73enne finito ai domiciliari: “Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il mio assistito si dichiara estraneo ad alcune definizioni fatte dai pm, sul riesame mi riservo"

Giovanni Oggioni

Giovanni Oggioni

Milano, 7 marzo 2025 – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Giovanni Oggioni. A riferirlo l’avvocato Giovanni Brambilla Pisoni, suo legale insieme ad Eugenio Bono: “Il mio assistito – ha detto – si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha depositato memorie.  Attendiamo lo sviluppo delle indagini”. L'avvocato ha poi aggiunto "Gli ulteriori passi dopo il deposito della documentazione da parte dei pm. Dobbiamo poi fare diverse valutazioni. Non condividiamo l'accusa del "Sistema Oggioni". Il mio assistito non sta per niente bene, è molto depresso. Si dichiara estraneo ad alcune definizioni fatte dai pm, sul riesame mi riservo".

Le accuse

L’ex dirigente del Comune di Milano questa mattina è arrivato al settimo piano del Palazzo di Giustizia, per l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Mattia Fiorentini. Oggioni è finito due giorni fa ai domiciliari con l’accusa di corruzione, depistaggio e falso in un filone del pacchetto di inchieste del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, coordinate dai pm milanesi Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici. 

Il ruolo al Comune di Milano

Oggioni, 73 anni, laureato in architettura al Politecnico (109/110), è entrato in Comune per concorso, nel 1986, ed è stato subito destinato all’Ufficio tecnico. In seguito ha ricoperto incarichi di grande responsabilità nell’ambito dell’urbanistica municipale. Ex direttore dello Sportello unico edilizia, fino a gennaio è stato vicepresidente della Commissione paesaggio. Secondo le accuse sarebbe il presunto "grande manovratore" del "sistema" di "speculazione edilizia selvaggia" a vantaggio degli interessi dei costruttori. Tra una settimana si terranno gli interrogatori degli altri tre indagati, per i quali la Procura ha chiesto misure interdittive. Il gip in quel caso dovrà poi decidere se applicarle o meno.