Il bilancio è drammatico: tre morti. L'incendio è divampato alle 23 di giovedì 12 settembre in uno showroom di via Ermenegildo Cantoni 3, una stradina a senso unico a due passi dalla stazione ferroviaria di Milano Certosa: nel rogo sono deceduti un diciassettenne, una diciottenne – questi due erano fratello e sorella – e un ventiquattrenne, tutti di nazionalità cinese. Dalle prime informazioni, i primi due erano residenti in città, mentre il più grande viveva a Torino.
Chiusi in bagno
In via Cantoni, nell'estrema periferia nordovest della città, sono intervenuti i vigili del fuoco con diversi mezzi, i carabinieri del Nucleo Radiomobile e la Protezione civile. Le fiamme hanno completamente distrutto uno showroom di interni (sedie, tavoli e letti) su due piani, ricavato in un capannone con l'insegna della ditta Wang sas.
I ragazzi sono stati ritrovati in bagno o nelle immediate vicinanze, dove probabilmente hanno cercato di rifugiarsi per sfuggire al fuoco; purtroppo le esalazioni si sono rivelate fatali sia per loro sia per il pitbull che era in loro compagnia. Uno dei deceduti indossava il pigiama, il che lascia pensare che avrebbe passato lì la notte; e pare che su alcuni letti ci fossero anche delle coperte.
L'origine delle fiamme
I primi rilievi, proseguiti fino all'alba, hanno fatto emergere che l'incendio si è sviluppato nella parte anteriore dello spazio espositivo, mentre i corpi sono stati ritrovati sul retro, in una zona adibita a magazzino: verosimilmente i tre ragazzi hanno cercato disperatamente un rifugio per mettersi al riparo, dopo essersi trovati davanti un invalicabile muro di fuoco che ha impedito loro di uscire in strada.
L'indagine sulla pista dolosa
Al momento, non ci sono ancora certezze sulle cause dell'incendio. Tuttavia, gli investigatori di Arma e vigili del fuoco starebbero vagliando con molta attenzione la pista dolosa: pare che i titolari dell'attività commerciale avessero ricevuto minacce. Stando a quanto risulta, non sono state trovate evidenti tracce di accelerante o di contenitori di materiale infiammabile, ma ciò non esclude che sia stata una mano esterna a innescare il rogo. Le operazioni di spegnimento sono andate avanti fino a notte, così come le verifiche sulla stabilità dell'edificio.