ANNA GIORGI
Cronaca

Incendio e morte nello showroom cinese: ecco perché la versione del titolare non convince gli inquirenti

Milano, strage di via Cantoni: dall’analisi dei debiti all’autopsia sulle tre giovani vittime, i prossimi passi dell’indagine avvolta ancora da troppi misteri

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I carabinieri in via Cantoni, dove giovedì scorso tre ragazzi sono morti asfissiati

Milano – La Procura cambia il capo di imputazione del fascicolo d’indagine sull’incendio del magazzino di via Cantoni scoppiato giovedì sera nel quale sono morti il 24enne designer Pan An e fratello e sorella di 18 e 17 anni, Yinjie Liu e Yindan Dong. Da ieri si indaga per “strage” e si puntano i riflettori ancora sulla denuncia presentata poche ore prima della tragedia. Il giorno prima e la mattina del 12 settembre il padre e la madre del titolare del magazzino sarebbero stati avvicinati da una persona che con un coltello li avrebbe minacciati, dicendo loro che dovevano versare 20mila euro. Una richiesta relativa a un “debito” pregresso, e non quindi legata al pizzo sull’attività commerciale, stando a quanto confermano gli investigatori della Procura.

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I rilievi all'esterno del magazzino Wang dato alle fiamme giovedì scorso

La denuncia

Le carte della denuncia parlano di un uomo, pare nordafricano, ma gli investigatori nutrono dubbi sulla veridicità del racconto. Più probabile, sempre secondo l’ipotesi formulata dalla Procura, che si sia trattato di qualcuno, italiano o cinese, con cui loro erano in affari e con il quale avevano un debito. L’impresa si occupava di realizzare arredo per bar o locali gestiti comunque da cinesi. In questo contesto lavorativo i titolari del magazzino potrebbero aver collaborato con altre aziende e aver maturato il debito.

L’innesco

Altro capitolo importante di questa tragedia con tanti elementi ritenuti insoliti, è l’innesco dell’incendio. Sul fronte delle analisi tecniche i vigili del fuoco stanno verificando se il rogo, come ritenuto più probabile, sia partito dalla zona del magazzino più vicina all’ingresso e alla strada, attraverso un innesco cosiddetto “lento”, senza acceleranti, e se qualcuno possa aver gettato dentro qualcosa per appiccare l’incendio, rompendo una finestra del locale. Giovedì o venerdì sarà fatto un nuovo e più approfondito sopralluogo all’interno del magazzino. Sono in arrivo dal comando dei vigili del fuoco di Palermo cani che riescono a rintracciare l’eventuale presenza di acceleranti quando la concentrazione è troppo bassa per essere rilevata dagli strumenti. La relazione finale dei vigili sarà fondamentale per aiutare a capire chi e come ha innescato l’incendio. Continua su questo fronte anche l’analisi delle telecamere di sorveglianza del quartiere.

Le prossime tappe

l militari del Nucleo investigativo dei carabinieri, sul capitolo dei debiti, stanno facendo accertamenti, anche analizzando i conti delle attività gestite dalla famiglia cinese. E poi, inevitabile, il controllo sui telefoni. Nei prossimi giorni si svolgerà l’autopsia sui corpi delle tre vittime, l’esame autoptico aiuterà a stabilire anche l’orario presunto della morte e del l’incendio.