
I danni causati dall'incendio
Giallo sul rogo alla scuola elementare di largo Martini a Cernusco sul Naviglio: sembrava tutto chiaro e invece il perito del Comune rimette in discussione ogni cosa. Dopo tre mesi spunta l’ipotesi del piromane: l’esperto ha escluso il problema elettrico, l’autocombustione e ha messo nero su bianco che "materiali e strutture erano perfette". Come le procedute antincendio. Restano in piedi solo due scenari: il dolo o l’imperizia, il classico mozzicone di sigaretta, che però "sembra improbabile". Il mistero si infittisce, "non furono trovati inneschi, né c’erano odori sospetti", ricorda Giordano Marchetti, capogruppo di Vivere Cernusco, all’opposizione. È stato lui il 19 settembre a depositare un’interpellanza per conoscere il contenuto della relazione. L’altra sera è stata letta in aula. "L’ingegnere ha stabilito che le fiamme sono cominciate dalla base – spiega il capogruppo di minoranza – resta da chiarire cosa sia accaduto davvero quel giorno di inizio luglio". L’incendio cancellò una porzione di facciata della scuola costata quasi 10 milioni di euro e inaugurata nel 2017 dall’allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. "Un modello di sostenibilità e materiali all’avanguardia che aveva gettato ancora più sconcerto sull’accaduto", sottolinea Marchetti. Vigili del fuoco e carabinieri trovarono una centralina con un filo rovinato e quel giorno c’era stato un brutto temporale, si pensò a un corto circuito. Ma ora l’indagine è pronta a ripartire. Anche se l’ipotesi di un vandalo in azione in pieno pomeriggio, a istituto chiuso per le vacanze, continua a convincere poco. E soprattutto, finora, non sembrava suffragata da riscontri tecnici.
"Adesso però c’è una prospettiva diversa: il perito c’è arrivato per esclusione, ma non possiamo certo sottovalutare le sue considerazioni", insiste il capogruppo. Per il sindaco Ermanno Zacchetti un’altra grana dopo l’avviso di garanzia per il crollo di un pezzo di intonaco dal soffitto di un quinta elementare nella scuola in via Mosè Bianchi, due anni fa. Solo la prontezza di un alunno di 10 anni, che avvisò la maestra della crepa, evitò il peggio. Ora si ricomincia a scavare anche sull’episodio alla Martini. A dare l’allarme furono le maestre del nido, lì di fronte. "Grazie a loro i danni sono stati circoscritti"", chiarisce il primo cittadino. Resta da trovare la mano che li causò.