Via Chiasserini, incendio discarica abusiva: 12 arresti. I rifiuti provenivano da Campania

Quattro mesi dopo il rogo, le indagini sono arrivate ad una svolta. Trovate altri siti non autorizzati in tutta Italia, uno anche a Lodi

I vigili del fuoco a lavoro in via Chiasserini

I vigili del fuoco a lavoro in via Chiasserini

Milano, 27 febbraio 2019 -  La polizia ha eseguito in diverse regioni un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 12 persone (di cui 8 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e altre 3 con l'obbligo di dimora nel comune di residenza) «responsabili a vario titolo di traffico illecito di rifiuti, attività di gestione non autorizzata e intestazione fittizia di beni». Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Dda di Milano, sono partite dall'incendio del capannone della 'Ipb' in via Chiasserini 104, a Milano, distrutto nel rogo divampato il 14 ottobre 2018.

Provenivano in gran parte della Campania i rifiuti che bruciarono quella sera. Un incendio che riempi' di fumo la citta' per giorni e che richiese l'intervento di 172 equipaggi dei vigili del fuoco per essere spento. Dopo quattro mesi e mezzo di indagine la squadra Mobile della Polizia, in collaborazione con i carabinieri del Noe e sotto il coordinamento della Direzione distrettuale Antimafia di Milano, diretta da Alessandra Dolci, sono riusciti ad individuare i titolari della discarica abusiva e responsabili del traffico illecito.

Non sono ancora sufficienti le informazioni raccolte per addebitare ai soggetti anche l'aver appiccato materialmente l'incendio e non e' stata attribuita l'aggravante mafiosa. Secondo quanto hanno rivelato le indagini, la maggior parte dei rifiuti provenivano dalla raccolta urbana di Napoli e Salerno: si tratta del 38 per cento delle oltre 137mila tonnellate che l'associazione gestiva.

Si tratta in gran parte di materiale plastico: lo stesso che è bruciato il giorno dell'incendio. Quasi tutte le ecoballe recavano infatti la sigla 0191212, che corrisponde alla raccolta proveniente proprio dalle citta'. Il sodalizio aveva ramificazioni in tutta Italia tanto che, anche nei giorni immediatamente successivi all'incendio, i presunti criminali hanno continuato a stoccare in altri depositi tra Venezia, Verona e Lodi: capannoni vuoti che sono stati trovati stracolmi di spazzatura accumulata illegalmente; in particolare uno a Fossalta di Piave che e' stato sequestrato durante l'indagine.

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