Incendio nell’ex campo nomadi, l’ombra del dolo

Incendio doloso in ex campo nomadi a Milano, senza feriti. Sospetti su gesto per occultare attività illecite. Campo sgomberato un mese fa.

Incendio nell’ex campo nomadi, l’ombra del dolo

L’area dopo l’intervento dei pompieri che hanno domato il rogo in poco tempo con 4 squadre La colonna di fumo era visibile da più zone

Una colonna di fumo visibile da lontano. Conseguenza di un incendio scoppiato ieri pomeriggio in via Bonfadini, alla periferia sud est della città, a pochi passi dall’Ortomercato e da piazzale Cuoco, in quel che resta del campo nomadi smantellato quasi un mese fa. Una situazione che ha preoccupato i residenti di diverse zone della città, che anche a distanza di chilometri si sono accorti di quella nuvola scura, nel cielo. I vigili del fuoco sono intervenuti con quattro squadre attorno alle 17, trovando tre strutture, baracche e roulotte disabitate, avvolte dalle fiamme. Il rogo è stato domato in poco tempo. Non risultano esserci feriti né intossicati e non è stato rilevato nessun rilascio di sostanze tossiche. L’ipotesi è che si sia trattato di un gesto doloso, anche se al momento non sono stati trovati inneschi. Qualcuno potrebbe aver appiccato il fuoco per poi scappare dall’ex campo nomadi, che è stato sgomberato di recente e non ancora bonificato. Sono presenti strutture ex abitative, mobili fatiscenti e rifiuti sparsi, tra cui carcasse di automobili. Il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato ringrazia i vigili del fuoco e sottolinea che "azioni come queste avvengono spesso dopo gli sgomberi, per provare a far sparire prove su attività illecite negli insediamenti". La chiusura del campo risale a giovedì 25 luglio. L’iter era partito con la verifica delle presenze nell’area: il monitoraggio, svolto a cura dei Servizi sociali e della polizia locale, aveva evidenziato la presenza di 30 nuclei familiari di nazionalità italiana, circa 90 persone presenti, delle quali oltre 30 bambini e ragazzi. Nelle settimane precedenti, chi ancora non aveva lasciato l’area aveva ricevuto un’ordinanza che intimava l’allontanamento. Valutate le situazioni di vulnerabilità dai Servizi sociali, quindici famiglie hanno accettato l’offerta di soluzioni abitative temporanee alternative.

M.V.