Milano, fidanzati morti in incendio: il rogo dalle batterie del monopattino

È l’ipotesi investigativa su cui si stanno concentrando gli inquirenti e i supertecnici del Ris

Rosita Capurso, di 27 anni, e Luca Manzin di 29

Rosita Capurso, di 27 anni, e Luca Manzin di 29

Milano, 24 novembre 2019 -  Potrebbe essere stata la batteria di un vecchio monopattino elettrico messa in carica di notte la causa del rogo che ha ucciso i due giovani fidanzati la notte scorsa. L’ipotesi investigativa, ritenuta fino ad ora la più probabile, è emersa ieri, al termine del sopralluogo dei vigili del fuoco. Nella soffitta dei Navigli dove si è consumata la tragedia è stata infatti rinvenuta la piccola batteria da monopattino ancora collegata alla presa di corrente. L’oggetto, secondo quanto spiegato dai vigili, è molto danneggiato, praticamente liquefatto dal calore che si è sprigionato nel piccolo locale dove stavano dormendo Rosita Capurso, di 27 anni, e Luca Manzin di 29 nella loro mansarda in via Alzaia Naviglio Grande. Pare accertato che i due siano morti per l’inalazione del fumo tossico, prima ancora di essere avvolti dalle fiamme.

Gli investigatori , coordinati dal pm Gaetano Ruta, dovranno capire se la scintilla si sia sprigionata dalla spina difettosa di un impianto elettrico non a norma, oppure da un guasto in una delle celle della batteria. In questo caso la tragedia riaccenderà i dubbi sulla pericolosità della ricarica domestica delle batterie estraibili. Per sapere con certezza però se si è trattato, come si pensa, di una scintilla partita dalle batterie bisognerà attendere la relazione finale dei supertecnici dei vigili del fuoco e soprattutto dei Ris a cui sono stati delegati esami più approfonditi. Secondo il parere dei tecnici le batterie al litio possono surriscaldarsi e prendere così fuoco se danneggiate o difettose. Pare invece che l’incendio sia scaturito in una zona dell’appartamento in cui sfortunatamente erano stati ammucchiati, accanto alla batteria in carica, scatoloni di cartone e barattoli di vernice. Questo ovviamente avrebbe agevolato il propagarsi delle fiamme. L’ipotesi di reato, al momento senza indagati, è omicidio colposo. Di sicuro la chiave della porta d’ingresso lasciata appesa nella toppa ha impedito alla zia della ragazza di entrare e provare a salvare i due fidanzati. Quando sono intervenuti i vigili del fuoco Rosita e Luca erano ormai morti.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro