Milano, incendio al campo rom. Il Comune: "Era tutto pronto per i trasferimenti"

La vicesindaco Anna Scavuzzo: "Questa sarebbe stata la settimana in cui effettuare i trasferimenti per consentire poi l’abbattimento della palazzina Sogemi"

La carcassa di un’automobile che è rimasta avvolta nelle fiamme

La carcassa di un’automobile che è rimasta avvolta nelle fiamme

Milano, 16 aprile 2019 - L’odore acre del fumo avvelena l’aria. A terra cumuli di rifiuti. Oltre i new jersey di cemento, i muri di una palazzina annerita dalle fiamme. Un gallo canta ad un orario inconsueto, forse scombussolato dal trambusto andato avanti tutta la notte. È la fotografia di via Sacile qualche ora dopo l’incendio che ieri notte ha inghiottito l’accampamento abusivo di nomadi costruito attorno alla palazzina-ex foresteria di proprietà Sogemi, a pochi passi dall’Ortomercato.

Le fiamme si sono sprigionate all’1.30 per cause ancora da accertare, presumibilmente di tipo accidentale: secondo quanto ricostruito finora, la pioggia e il clima più autunnale che primaverile del weekend hanno spinto le famiglie accampate ad accendere fuochi per scaldarsi. Ma qualcosa tra le baracche deve essere sfuggito di mano, così il fuoco si è esteso e in pochi minuti il rogo è divampato. In strada si sono riversati tutti gli occupanti, circa 50 persone tra cui una quindicina di bambini e ragazzi. Nessuno è rimasto ferito ma tutti sono stati visitati sul posto per precauzione dai soccorritori del 118 mentre più squadre dei vigili del fuoco domavano le fiamme, spente del tutto in mattinata. In azione anche i carabinieri del Nucleo Radiomobile e della stazione Milano Rogoredo, Protezione civile e polizia locale. Le famiglie sono state trasportate con degli autobus in una palestra comunale di via Cambini, in zona via Padova, dove hanno trascorso la notte.

Quattordici adulti e 13 minori hanno poi trovato accoglienza nei centri del Comune (9 nel Centro di autonomia abitativa di via Novara, 6 al Ceas di via Marotta e 12 in via Aldini), una famiglia ha provveduto autonomamente, mentre agli altri adulti è stato consigliato di rivolgersi al servizio di via Ferrante Aporti per un posto nei dormitori. Passata l’emergenza, sono rimasti cumuli di rifiuti e materiali carbonizzati. In vista pure carcasse di auto. Questa è la fine dell’accampamento abusivo che era sorto accanto al Centro di accoglienza temporanea di via Sacile, polo smantellato nelle scorse settimane. Un’area difficile in cui si concentrano più insediamenti: alle spalle si trovano infatti i campi rom di via Bonfadini, uno regolare e l’altro abusivo, non coinvolti nel rogo di ieri. Attorno alla palazzina-ex foresteria Sogemi si erano raccolti sia gli esclusi dal Cat, allontanati perché non rispettavano le regole, e sia altri nomadi, che usufruivano dei servizi igienici del centro di fianco. «Avevamo già predisposto un piano d’intervento nell’area – sottolinea la vicesindaco Anna Scavuzzo –: questa sarebbe stata la settimana in cui effettuare i trasferimenti per consentire poi l’abbattimento della palazzina Sogemi. Abbiamo dovuto agire ieri notte, in una condizione emergenziale».

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