Incendio alla Casa per Coniugi, il dolore di Annamaria: “Quando mi mettono nella brandina rivivo quella notte”

Milano, la superstite del rogo, ora trasferita nella Rsa Virgilio Ferrari: “Non dormo più, penso a tutto quel fumo”. Presidio dei sindacati e lettera a Sala: responsabile morale della tragedia

Annamaria Bandini

Annamaria Bandini

Milano – Il ricordo di Annamaria Bandini torna alla notte, terribile, dell’incendio. "Io non ho avuto paura – racconta – invece adesso che sono in quest’altro posto quando mi mettono nella brandina non riesco a dimenticare. Dormo poco, mi sveglio e poi non dormo più perché penso al fumo che c’era". L’anziana, da anni ospite della Rsa Casa per Coniugi in via dei Cinquecento, dopo il rogo che ha ucciso 6 persone è stata trasferita nella vicina struttura Virgilio Ferrari, sempre di proprietà del Comune e gestita sempre dalla cooperativa Proges. Si muove sulla sedia a rotelle e, nonostante l’età e le condizioni di salute, ha voluto ricordare le sei vittime. "Io non ho paura, non ho mai avuto paura anche nelle tante operazioni che ho fatto nella mia vita - prosegue –. Io penso sempre così, che oggi ci sono e domani non lo so".

La protesta delle dipendenti della Rsa
La protesta delle dipendenti della Rsa

Durante il presidio organizzato ieri dal sindacato Cub in via dei Cinquecento sono stati esposti cartelli con scritte come: "Dopo la pandemia non è cambiato niente, c’è sempre chi guadagna sulla povera gente". Sono scesi in strada anche operatori sanitari, persone in prima linea nell’assistenza agli anziani. "Siamo venuti qui per chiedere che non si spengano i riflettori – spiega Vittorio Agnoletto, esponente di Medicina Democratica – e va anche cambiato il meccanismo del minutaggio".

Intanto Felicita, l’associazione per i diritti nelle Rsa nata durante la pandemia, ha indirizzato una dura lettera al sindaco di Milano Giuseppe Sala, indicato come "primo responsabile morale" di una tragedia che "poteva essere evitata".

"Con dolorosa certezza ci sentiamo di affermarlo – scrive l’associazione – conoscendo da vicino i problemi rimasti ancora irrisolti nelle Rsa nonostante i fiumi di parole e di promesse profusi dopo la strage di anziani causata dalla pandemia. E a maggior ragione ci sentiamo di affermarlo pensando alle proposte che la nostra associazione presentò durante un incontro con lei e con l’assessore alle politiche sociali allora in carica: un incontro che avvenne a fine maggio 2021, a ridosso del voto che poi riconfermò il suo mandato di sindaco, e quindi di responsabile e difensore della salute dei milanesi, nel quale ponevamo, tra le altre richieste, l’urgenza di istituire un tavolo di lavoro congiunto per rivedere i criteri di assegnazione a enti privati della gestione delle Rsa pubbliche e di approntare gli strumenti di controllo per monitorarne il rispetto nella trasparenza delle regole". Richieste che, secondo l’associazione, sono rimaste lettera morta, mentre si è continuato a "eludere un problema di sistema, quello della gestione di strutture deputate a proteggere e assistere una popolazione considerata residuale".

Sotto i riflettori il problema all’impianto di rilevazione dei fumi nella Casa per Coniugi riscontrato anche nella struttura “gemella“, la Virgilio Ferrari, che ora ospita anche una parte degli anziani evacuati dopo il rogo. "Chiediamo che si intervenga subito per ripristinare la sicurezza di operatori e ospiti – spiega Isa Guarneri, segretaria della Fp Cgil di Milano – senza rimpallo di responsabilità tra committenza e gestore, perdite di tempo legate a scadenze formali o altri supposti impedimenti burocratici".

Intanto oggi, con un incontro fra Proges e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, si apre un nuovo fronte, quello sull’occupazione. Per le circa 80 persone che lavorano alla Casa per Coniugi, infatti, il futuro è incerto. "Esprimiamo cordoglio per le vittime – spiega Amilcare Tosoni, segretario della Cisl Fp di Milano – e preoccupazione per il destino dei lavoratori". Walter Gelli, della Cub Sanità, chiede che nel caso di un’apertura della cassa integrazione "lo stipendio venga reintegrato al 100% dalle Proges", con il Comune chiamato in causa come garante. L’Unione Sindacale Italiana chiede inoltre le "dimissioni di assessori e dirigenti responsabili", e oggi si riunirà in presidio sotto la sede dei Servizi sociali in via Sile.

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