In silenzio per Lorenzo e Giuseppe "Non si può morire di scuola"

E continuano le occupazioni al Parini e al Bottoni dove oggi si parlerà di lavoro. Venerdì si torna in piazza

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Sono scesi in cortile alle 10. Un’azione di protesta, un minuto di silenzio - contornato da fumogeni - per ricordare Lorenzo Parrelli e Giuseppe Lenoci, 18 anni il primo, 16 il secondo, entrambi morti durante uno stage. L’ultima manifestazione va in scena al liceo classico Manzoni mentre continuano a essere occupati notte e giorno anche il classico Parini e lo scientifico Bottoni. Proteste a catena che proseguiranno almeno fino a venerdì, quando scenderanno di nuovo in piazza a Milano per unirsi alle mobilitazioni nazionali e lanciare gli Stati generali della scuola dal 18 al 20 febbraio.

Al centro della mobilitazione "un modello scolastico che non funziona", la riappropriazione di spazi ma anche l’alternanza scuola-lavoro. Proprio dal Bottoni era partita anche la lettera dei docenti al ministro Patrizio Bianchi per chiedere "l’abolizione dell’obbligatorietà dei percorsi di Pcto, in modo che le singole scuole possano scegliere autonomamente se e come organizzarli" e per chiedere "che la politica assuma una posizione forte e chiara in merito alla sicurezza degli studenti in stage, con verifiche severe e capillari e un intervento deciso volto a rafforzare le risorse scolastiche per gli apprendistati". Ne parleranno oggi insieme ai ragazzi nel liceo occupato. "Per noi è un momento di arricchimento formativo e di riappropriazione degli spazi, abbiamo un protocollo anti-Covid per le occupazioni – spiega Loris Scivoletto, rappresentante degli studenti –. È un’occasione per cercare di cambiare la scuola, anche dalle piccole cose, e per porre l’accento su questioni gravissime: non si può morire di lavoro, non si può morire di scuola, com’è successo a Lorenzo e a Giuseppe. La scuola deve insegnare a riappropriarci dei nostri diritti".

"Dai cortei e dalle occupazioni di queste settimane rilanciamo gli Stati Generali della scuola pubblica – conclude Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti –. È necessario ripensare strutturalmente e complessivamente l’intero mondo della scuola".

Si.Ba.

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