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Milano, 1 giugno 2020 - Da tre anni Matteo Danieli collabora con la Comunità di Sant’Egidio, dedicando una sera alla settimana all’assistenza dei senzatetto alla stazione Garibaldi. Ingegnere meccanico in un’azienda che produce macchinari agricoli, 30 anni, nei mesi del lockdown ha deciso di mettersi a disposizione spendendo ancora più tempo nel volontariato.
"Da una parte, tra cassa integrazione e smart working, avevo più tempo a disposizione – racconta – e dall’altra è aumentato il numero dei nuovi poveri e delle persone che hanno bisogno". Matteo è entrato quindi nelle squadre che consegnano cibo a domicilio alle persone in difficoltà, aiuta bambini originari della Siria e ospitati dalla Comunità di Sant’Egidio a seguire le lezioni a distanza, superando ostacoli insormontabili per chi conosce poco l’italiano.
"Per queste persone uno dei problemi più grossi è quello dell’isolamento – racconta Matteo Danieli –. Adesso sono rientrato al lavoro a tempo pieno ma vorrei mantenere il mio impegno nel volontariato, per me il lockdown è stato l’occasione per fare una scelta a favore dei bisognosi". Un impegno fatto anche di ascolto, di lunghe telefonate con chi, straniero in Italia, si è trovato nel pieno dell’emergenza.