Incendio via Antonini, "In casa mia non si è salvato nulla e ho ancora 10 anni di mutuo"

Il dramma delle famiglie che hanno perso tutto nel rogo della Torre dei Moro

La signora Lia, una degli abitanti di via Antonini

La signora Lia, una degli abitanti di via Antonini

di Giambattista Anastasio

"Qui ho investito i sacrifici di tutta una vita: questa era la mia casa definitiva, il mio sogno. Sa che tramonti bellissimi, che tramonti spettacolari, si vedevano dal balcone? Ogni sera scattavo fotografie, non mi stancavo mai. Ora non c’è più nulla, i vigili del fuoco sono andati dentro e quando sono usciti mi hanno detto che è bruciato tutto". Parole di Lia, 66 anni, libera professionista. L’amaro responso lo ha avuto ieri mattina. A fianco a lei, lì sul marciapiede di via Antonini, c’è un cartello arrangiato in qualche maniera – scritto in pennarello su cartone – che avvisa: "Ai piani 14, 15, 16 non saranno effettuate operazioni di recupero beni". Ma il suo appartamento è al quarto piano della Torre dei Moro. È lì che i vigili del fuoco hanno provato a verificare se ci fosse qualcosa da recuperare, se qualcosa si fosse salvato. Niente invece. "Neanche la mia Sissi, la mia gattina", sospira.

"Ho ancora dieci anni di mutuo da pagare, continuerò a pagare questa casa finché campo anche se non c’è più nulla" aggiunge scuotendo il capo ma senza perdere mai compostezza. Sua sorella Enza, accanto a lei, tiene a sottolineare: "Questo non è il palazzo dei ricchi, ci abitano anche tante persone e tante famiglie normali, che si sono comprate casa con il proprio lavoro, come lei". E con un cenno della testa indica Lia. "Spero che le istituzioni – riprende Lia – non si limitino al pietismo dei primi giorni, che continuino ad occuparsi di noi anche una volta passata la sensazione per quanto accaduto. Io ora sono ospite da mia sorella, ma non posso ritenerla una sistemazione definitiva". E nella stessa situazione si trovano quasi tutte le 66 famiglie della Torre dei Moro. Una delegazione di inquilini domani mattina incontrerà a Palazzo Marino il sindaco Giuseppe Sala per iniziare a capire quale disponibilità di alloggi possa esserci in città per le famiglie sfollate. E in quali tempi, oltre che a quali costi.

Ma inevitabilmente il pensiero di Lia, più che a domani, torna a quanto accaduto domenica pomeriggio: "Ero appena rientrata in casa quando è scoppiato l’incendio. Saranno stati sì e no dieci minuti che ero rientrata. Ho iniziato a sentire odore di bruciato, a vedere un po’ di fuliggine e allora mi sono affacciata al balcone. A quel punto ho capito che stava accadendo qualcosa e sono uscita di casa, in fretta. Ho cercato di avvisare, come potevo, gli altri inquilini del pericolo e poi sono scesa giù, senza riuscire a portare con me niente. Neanche la mia gattina, neanche la mia Sissi". I vigili del fuoco non l’hanno trovata nell’appartamento al momento dell’ispezione. "Se avessi avuto il tempo, l’avrei presa con me" dice Lia, sconsolata. Ma il tempo, domenica pomeriggio, non c’era. Le fiamme si sono prese la facciata del palazzo in pochi minuti.

 

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