Il vero leader “ai tempi dell’in- telligenza artificiale“? Deve avere cuore e cervello, il primo per prendersi cura delle persone, il secondo per raggiungere gli obiettivi di business promuovendo un impatto positivo sulla società. Ne è convinto il sandonatese Filippo Poletti, giornalista, scrittore e influencer, co-autore, insieme al docente di economia e gestione delle imprese Alberto Ferraris, del volume “Smart Leadership Canvas: come guidare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale con il cuore e il cervello“, presentato di recente nella sede milanese della Microsoft.
In un contesto in cui, entro i prossimi 5 anni, il 50% delle decisioni manageriali sarà preso in collaborazione con l’IA, l’influencer sandonatese stila un decalogo a uso dei “capi“, che saranno chiamati a coniugare il capitale umano con le crescenti potenzialità della tecnologia. E così, si rivelerà un buon leader chi saprà integrare il lavoro delle persone con quello dell’intelligenza artificiale, stabilire il grado d’importanza della collaborazione uomo-macchina, coinvolgere i collaboratori per valorizzarli e non per sostituirli. Nell’elenco delle abilità di un valido timoniere ci sono anche la capacità di sviluppare relazioni interpersonali positive, promuovere l’innovazione in azienda, realizzare gli obiettivi di budget nel rispetto delle regole e dell’etica professionale. "Il leader di oggi deve saper progettare il processo di trasformazione in atto, sviluppare all’interno dell’azienda nuove competenze, individuare quali attività saranno svolte dagli esseri umani e quali dalle macchine, attribuendo all’intelligenza il ruolo di co-pilota e alle persone quello di piloti – osserva Poletti –. Stiamo passando a una figura di leader poliedrico, che deve avere capacità e competenze commisurate con l’evoluzione della tecnologia, a garanzia di un operato che unisca l’efficacia dell’IA al valore inestimabile del talento umano". A supportare le tesi del libro anche “20 sfumature di leadership“, ossia 20 interviste ad altrettanti manager. Alessandra Zanardi