Il treno chiamato desiderio (di cultura)

Gabriele

Moroni

Abbiamo parlato del treno nel cinema, del treno nella pittura. Mi è rimasta una curiosità: il treno nel teatro. Discorso possibile? Maria Luisa Corti, Milano

Le mail di Maria Luisa Corti sono ogni volta una occasione per parlare di qualcosa di diverso dai quotidiani disagi, dai problemi di ogni giorno legati alla vita da

pendolare. Cerchiamo di rispondere anche questa volta alle lettrice e affezionata corrispondente, scusandoci delle inevitabili (e involontarie) omissioni. Per cominciare potremmo citare "Il treno ha fischiato", tratto dell’omonima novella e da altri scritti di Luigi Pirandello.

Riscrittura scenica e regia di Domenico Ammendola, interpreti Paolo Zaccaria e Eva Martucci.

È la storia di Belluca, oscuro impiegato, soffocato dalla vita familiare e da un lavoro ripetitivo, che è come risvegliato, una notte, all’improvviso, dal fischio di un treno. Marco Pupella e Marco Feo hanno liberamente tratto "Il treno" dall’omonimo romanzo di Gabriele Mastropaolo.

In viaggio in treno per Carrapipi i vari personaggi decidono del loro destino, anche se a volte è il treno a decidere per loro. Progetto T, come teatro, treno, transappenninica, è un viaggio prodotto dall’Associazione Teatrale Pistoiese, da cui è nato lo spettacolo "Ci scusiamo per il disagio", messo in scena nel 2016 tra le antiche locomotive del Deposito Rotabili Storici di Pistoia e andato poi in tournée nei teatri. StraorBinario è una forma artistica che coniugava arte e turismo sullo stesso binario, lungo l’antica tratta ferroviaria che collega Avezzano e Roccasecca. Gli attori salivano e scendevano dal treno alle fermate come normali viaggiatori e intrattenevano i passeggeri con le loro storie. mail: gabrielemoroni51@gmail.com

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