Stefania Totaro
Cronaca

"Il telefonino? Lo lasci a suo figlio"

In tempo di Covid il giudice ordina a madre separata di prestare il cellulare per le chiamate con papà

Se mamma e papà separati vivono in due regioni diverse, durante l’emergenza Covid il genitore con cui il figlio vive deve permettergli di tenersi in contatto con il genitore lontano via Skype o Whatsapp. Lo ha deciso il giudice tutelare del Tribunale civile di Monza, accogliendo il ricorso urgente di un padre, residente ad Avellino, con affido congiunto del figlio minorenne, che risiede con la madre a Paderno Dugnano. I rapporti tra genitori e figli di coppie separate sono stati messi a dura prova dal Coronavirus. Le misure limitative e i divieti di spostamento hanno reso difficoltosi gli incontri. Il Governo ha chiarito che "gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti anche da un Comune all’altro" ma che gli spostamenti devono "in ogni caso avvenire scegliendo il tragitto più breve e nel rispetto di tutte le prescrizioni di tipo sanitario (persone in quarantena, positive, immunodepresse etc.), nonché secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio o, in assenza di tali provvedimenti, secondo quanto concordato tra i genitori". Ma a volte le distanze sono davvero troppo lunghe e a ciò si aggiunge la paura del contagio. Così il padre del bambino, rappresentato dall’avvocato Mario Di Salvia, facendo leva sulle restrizioni in tema di circolazione delle persone messe in atto in questo periodo, ha chiesto al giudice che il diritto dii visita fosse sostituito, almeno fino alla cessazione delle varie limitazioni, con l’obbligo della madre di favorire giornalieri incontri telematici del minore con il padre. Facendo anche riferimento al fatto che già in sede di separazione il Tribunale aveva permesso pure i contatti telefonici.

La giudice monzese Anna Vigorelli ha ritenuto il ricorso "meritevole di trovare accoglimento urgente medio tempore al fine di non compromettere i prioritari diritti del minore a mantenere rapporti affettivamente significativi", con il padre "seppur temporaneamente via telefono eo con videochiamate tramite applicazioni come Skype o Whatsapp o similari via internet durante il periodo emergenziale sanitario nazionale". La giudice ha quindi ordinato alla madre "per il periodo di limitazione alla circolazione delle persone dovuto alla pandemia Covi-19 di tenere attiva la propria utenza mobile in uso e di consentire e favorire un contatto giornaliero tra le ore 15 e le ore 22".