Il progetto della tranvia rischia di saltare

I costi per le materie prime e l’energia sono cresciuti a dismisura rendendo inadeguati i conti fatti finora

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di Rosario Palazzolo

Rischia di saltare definitivamente il progetto di riqualificazione della tranvia Milano-Desio-Seregno, atteso da quasi vent’anni dai cittadini di Bresso e Cusano Milanino anche per poter riqualificare le due città. A far suonare il campanello d’allarme è una lettera ufficiale della Presidenza del consiglio dei ministri che in data 11 aprile scrive al ministero di Trasporti per chiedere chiarimenti in merito alla nuova richiesta di incremento economico avanzata da Città Metropolitana di Milano che sarebbe indispensabile per dare il via al progetto per la nuova tranvia. Di fatto per poter rispettare il progetto definitivo proposto dall’azienda vincitrice dell’appalto, lo Stato deve mettere mano al bilancio per altri 11 milioni di euro, senza per altro avere garanzia che con questo nuovo incremento il progetto possa essere terminato. Di fatto, tra i costi di costruzione e quelli per l’acquisto dei nuovi tram l’opera verrebbe a costare oltre 260 milioni di euro, contro una previsione iniziale di 214 milioni di euro. Il tutto senza contare che negli ultimi sei mesi tutti i costi per le materie prime e l’energia sono cresciuti a dismisura rendendo di fatto inadeguati i conti su cui erano basate le richieste dello scorso anno. "Sta emergendo in tutta la sua gravità la precarietà di questo progetto che dopo 20 anni è assolutamente vecchio e inadeguato - spiega Stefano Buffagni, parlamentare del Movimento 5 Stelle -. Ci hanno lungamente attaccati perché dicevamo che questo intervento è uno spreco, ora anche i dubbi del Dipartimento per la programmazione economica dimostrano che l’opera non soddisfa più l’equilibrio tra costi e benefici. Tanto più che quel progetto non tiene ancora conto degli incrementi di costi che si sono determinati negli ultimi mesi a causa della crisi e della guerra". Il Cipess (Comitato di programmazione economica) ha chiesto al ministero chiarimenti in merito agli aumenti di costi e agli elevatissimi indici di incertezza economica per il proseguo del progetto. Città Metropolitana nel mese di gennaio aveva comunicato di essere in attesa delle risposte del Cipess per poter dare avvio alla fase di cantiere, ma questa comunicazione pare modificare drasticamente lo scenario. "Non si può pensare di partire se non si ha la chiarezza sulla definizione dei costi", conclude Buffagni.

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