
di Nicola Palma
All’inizio, non voleva neppure dire dove abitasse. Poi si è convinto a rivelare almeno l’indirizzo di casa, dove è stato trovato un vero e proprio kit da piromane seriale. Sul resto scena muta: nessuna spiegazione dei raid incendiari, niente sul perché abbia preso di mira almeno due volte (con forti sospetti su altri due episodi identici) la stessa edicola di viale Corsica angolo Battistotti Sassi, data alle fiamme la notte di Pasqua e già danneggiata sicuramente il 21 marzo (in quell’occasione si premurò pure di distruggere una telecamera) e molto probabilmente anche a novembre e dicembre.
Il quarantunenne italiano, che vive da solo a due passi dal luogo delle sue scorribande (la madre si è trasferita da poco per assistere un’anziana parente) e che al momento è disoccupato (dopo essere rientrato qualche tempo fa dall’Inghilterra), è stato bloccato dai carabinieri della Compagnia Monforte all’alba di due giorni in via Lomellina, mentre cercava goffamente di nascondersi tra le auto dopo aver dato fuoco alla rivendita di giornali (danni ingenti per il titolare Jacinto Diaz, nonostante il tempestivo intervento dei vigili del fuoco): gli investigatori hanno subito avvertito il forte odore di bruciato e notato gli evidenti segni di fuliggine sulle mani. La conferma è arrivata dagli esperti del Nucleo investigativo anti-incendi, che hanno rilevato tracce di combustione sugli abiti. L’esito delle perquisizioni ha ulteriormente corroborato le prime ipotesi: nell’appartamento del quarantunenne sono stati sequestrati accendini, diavolina, spray e liquido infiammabili e alcuni degli indumenti (un berretto blu e un giubbotto nero) indossati da colui che appiccò il fuoco il 21 marzo. Precedenti di polizia per frode informatica e un profilo da insospettabile, il presunto piromane è stato portato a San Vittore, in attesa dell’udienza di convalida. Le indagini dei militari della Monforte, coordinati dal capitano Silvio Maria Ponzio, si concentranno ora sugli altri roghi avvenuti di recente in zona per capire se siano tutti collegati al quarantunenne: dai cestoni dei rifiuti bruciati a cavallo tra 2020 e 2021 al chiosco di fiori incendiato pochi giorni fa in piazza Santa Maria del Suffragio; resta al momento sullo sfondo il raid alla sede di Sos Lambrate in via Amadeo, visto che stiamo parlando di un’altra zona della città, per quanto non lontana da quella in cui agiva il piromane.