REDAZIONE MILANO

Il parroco di Baranzate: "Vengano i vescovi a sanificare le chiese"

Dura replica alla richiesta di celebrare le funzioni "Alti prelati senza vittime: usino lo scanner sul sagrato"

Preghiera in chiesa

È una voce fuori dal coro quella di don Paolo Steffano, il prete della parrocchia Sant’Arialdo di Baranzate, premiato da Mattarella per il suo impegno nell’integrazione tra italiani e stranieri nel comune più multiculturale di Milano, in prima linea nella battaglia contro il Covid 19 che ha reso le famiglie del suo quartiere ancora più povere. La lettera dei Vescovi contro la Fase2, gli hanno fatto esplodere "sdegno e tristezza", sentimenti finiti in una lunga lettera affidata ai social. "Di fronte a migliaia di morti, tra cui 100 preti (e nessun vescovo) di fronte allo spendersi di migliaia di volontari, parrocchie in prima linea, non è accettabile che il coro dei vescovi italiani possa scrivere di ‘esigere’ che possa riprendere l’azione pastorale. Ma a che gioco giochiamo? Chi ha sospeso l’azione pastorale? Non certo le comunità di base. E siamo concreti: venite voi vescovi a sanificare le chiese e sulle porte con lo scanner?". Nemmeno a dirlo, il seguito è virale. Tutti a battere le mani e lasciare commenti al "prete senza peli sulla lingua". Non è solo don Paolo. Gli fa seguito don Matteo Cella, l’unico sacerdote di Nembro, comune di 11.550 abitanti, nella Val Seriana, nel Bergamasco a non essersi ammalato e a celebrare i funerali. "Grazie don Paolo - dice don Cella -. In questo scontro tra i paurosi del presente e i terrorizzati dalle malattie ci sono persone generose all’opera. Dovremmo essere tutti più accorti e più felici perché il vangelo vive tra noi. A porte aperte e anche a porte chiuse".

Monica Guerci