MARIA RITA PARSI
Cronaca

Il Papa ci lascia un patrimonio d’amore vero

Parsi Quando qualcuno muore quel che quasi sicuramente avviene è che i parenti anche lontani, anche in difficoltà e/o in...

Parsi Quando qualcuno muore quel che quasi sicuramente avviene è che i parenti anche lontani, anche in difficoltà e/o in...

Parsi Quando qualcuno muore quel che quasi sicuramente avviene è che i parenti anche lontani, anche in difficoltà e/o in...

Parsi

Quando qualcuno muore quel che quasi sicuramente avviene è che i parenti anche lontani, anche in difficoltà e/o in conflitto con quelli del morto o con il morto stesso, si facciano vivi. Ovvero, si facciano sentire o vengano a porgere le condoglianze a casa del morto/a o in occasione del suo funerale. Come dire che la morte opera nel senso di favorire l’incontro tra le persone vicine o lontane tra loro perché possano ristabilire, almeno nel giorno del funerale "all’ombra dei cipressi e dentro l’urne", contatti umani. Nel segno del lutto comune e del comune Destino che accompagna l’Umanità. Nel segno della perdita e del dolore la cui espressione è sospesa tra frustrazione, impotenza e, perfino, rabbia. Rabbia perché nulla si può contro la morte , individuale e collettiva, allorquando è la vecchiaia a determinare la fine di un essere umano. E impotenza poiché anche i miracoli non prevedono per gli umani la possibilità di una cura capace di guarirli dal finale mortale. Se non, per Fede, garantire all’energia del pensiero e al loro spirito di aspirare all’immortalità. Sorprendente è il fatto che la morte di Francesco sia coincisa col Lunedi dell’Angelo. Una Resurrezione e un’Ascesa al Cielo che cristianamente sottolineano come la morte non sia una condanna.

Ma, al contrario, un passaggio, anche quando è drammatico, liberatorio per chi crede. Liberatorio per se stessi e per quelli che restano allorquando, come nel caso del funerale di Papa Francesco, si trasformano in un "conclave della politica internazionale" che, forse, potrà miracolosamente generare le condizioni necessarie alla Pace tra le Nazioni del Mondo. È alla Pace che Papa Francesco ha sempre mirato ogni volta che, passando per i bambini, i poveri, i malati, gli anziani, i carcerati, per i migranti, per le donne, si è rivolto ai “potenti- impotenti” del mondo, per dire loro un "Basta, davvero!". Un “Basta, davvero!” che alla preghiera affidava ed affida l’invocazione e la speranza alla fratellanza universale. E, al contempo, invita all’incontro, al confronto, alla collaborazione. Che il suo funerale abbia, per semplicità ed enorme partecipazione, prodotto tutto questo, è il patrimonio d’Amore che Papa Francesco ci lascia in eredità. Quale talento da non sotterrare.