DIMARIANNA VAZZANA
Cronaca

"Il nostro Pride per abbattere ogni barriera"

Il 3 luglio la sfilata con carrozzine e deambulatori si concluderà all’Arco della Pace dove sarà allestito il “villaggio“ sulla disabilità

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di Marianna Vazzana

"Non ti abbattere, abbatti le barriere". Con questo slogan è stato presentato ieri in piazza Scala il “Disability Pride Milano“ in programma per domenica 3 luglio. Una sfilata con carrozzine, deambulatori e bastoni, "che non vogliamo nascondere ma mostrare, con la speranza che la città diventi anche a nostra misura. Vogliamo dire “ci siamo anche noi“: cosa non scontata, perché ogni giorno dobbiamo affrontare ostacoli anche solo per uscire di casa, prendere un mezzo pubblico o andare al ristorante", spiega Andrey Chaykin, ventinovenne, fondatore del movimento spontaneo Disabili pirata e presidente dell’associazione Abbatti le barriere, realtà nata da qualche anno in Lombardia, che unisce persone disabili e non. "Facciamo parte del Disability Pride network. Dopo Ragusa, Palermo, Napoli e Roma abbiamo sentito il bisogno di portare anche a Milano questa marcia speciale, organizzata da persone con disabilità insieme a tutti coloro che hanno a cuore i temi dell’inclusione. È il nostro contributo per abbattere le barriere, di qualsiasi genere o forma, ancora presenti e purtroppo ancora troppo radicate nella società. Sentiamo il bisogno di riprenderci spazi a noi spesso negati perché non accessibili". E di sensibilizzare tutta la società. "Il mondo della politica e i cittadini, perché per un giorno si mettano nei nostri panni e capiscano che ciò che chiediamo è solo poter vivere “normalmente“ la quotidianità".

La sfilata partirà dalla stazione Centrale e approderà all’Arco della Pace dove per l’occasione sarà allestito un “villaggio“ (con anche un presidio organizzato per coloro che non possono muoversi) che rappresenterà il cuore della manifestazione: un luogo scelto non a caso, con gradoni tutt’attorno, che “escludono“. Chaykin vive sulla carrozzina praticamente da sempre. Nato a Mosca, "ho subìto una lesione del midollo durante il parto. Fino a 11 anni riuscivo a reggermi in piedi, per un paio d’ore al giorno, grazie a dei tutori". Nel 2004 di è trasferito in Italia con la mamma e i fratelli e oggi vive a Rho. La guerra scatenata dalla Russia, il suo Paese d’origine, rappresenta lo spunto per dire la sua su un argomento che gli sta a cuore: "In quanto Disabili pirata siamo contro la produzione e l’utilizzo di armi perché creano disabilità e morte. Non è accettabile che la spesa per gli aiuti umanitari e per abbattere le barriere architettoniche sia irrisoria rispetto alle risorse impiegate per la guerra". Rimarca che, per chi si trova a vivere su una carrozzina, anche solo uscire di casa può essere difficile. Per esempio se non funziona l’ascensore o se non c’è un montascale. "Io vivo in una palazzina popolare. E capita che l’impianto si blocchi". Poi, per spostarsi, utilizza i mezzi pubblici.

"In particolare mi servo dei pullman che collegano i paesi dell’hiterland tra loro e con Milano: a volte, purtroppo, capita non funzioni la rampa elettrica; di conseguenza non riesco a salire". Non si contano gli slalom sui marciapiedi, per i dislivelli o per aggirare ostacoli. Talvolta, se una carrozzina incrocia un’auto parcheggiata in divieto, deve scendere sulla carreggiata. Pure raggiungere una fermata di bus diventa impossibile se mancano gli scivoli. "Abbiamo anche testato il livello di accessibilità dei luoghi di ristoro a Milano con l’esperimento “4 Ristoranti... in carrozina“, parodia del programma originale, tarato sulle nostre esigenze. Stimiamo che il 70% dei ristoranti non sia accessibile, per esempio perché manca la rampa d’accesso o perché non ha un bagno adatto ai disabili", conclude Chaykin. Il 4 luglio, giorno dopo il “Pride“, sarà il suo trentesimo compleanno. Che regalo vorrebbe? Niente più barriere architettoniche. La strada è ancora lunga. Ma almeno sognare non ha ostacoli.