Il nostro debito nel mirino di speculatori

Riccardo

Riccardi

Difficile una visione comune tra gli economisti. Il loro pensiero è diviso in mille rivoli. Ognuno la pensa in modo diversi dall’altro. Così nell’ambito babelico delle predizioni c’è sempre qualcuno che ci azzecca. Un po’ come puntare su un numero alla roulette. Uno ne esce sempre. Purtroppo nelle previsioni sullo andamento della economia mondiale c’è l’inquietante consenso: si presagisce una recessione planetaria. Nella zona Euro è in corso. Negli Usa non ancora. L’economia è in surriscaldamento; la disoccupazione è vicino allo zero e si fa fatica a reclutare nuove risorse. L’inflazione è oltre l’8% e l’obiettivo della Fed è di riportarla al 2%, anche se le conseguenze, secondo il suo Presidente Jerome Powel “saranno dolorose per le famiglie e per le imprese”. La Cina, che per ¼ di secolo è stata il motore globale della economia, sta vivendo una crescita mai così fragile. Nell’ ex Impero di Mezzo la disoccupazione giovanile è in forte aumento e si allargano le sacche di povertà. La politica zero Covid del governo con chiusure totali sta producendo effetti devastanti. Si sta concretizzando un gigantesco crac immobiliare settore che, nel corso degli anni, è stato l’arma dello sviluppo. Nel resto del mondo la situazione è ancora peggiore. In Asia dove Libano, Sri Lanka e Pakistan stanno fallendo. La guerra russo-ucraina, in pieno svolgimento, ha dato il colpo di grazia all’UE che a inizio anno sembrava indirizzata verso una ripresa vigorosa del dopo Covid. L’Europa appare ancora troppo divisa in interessi particolaristici ma soprattutto lenta e contraddittoria nelle decisioni. La sveglierà, unendola, un sommovimento sociale? L’Italia in campagna elettorale attende un nuovo governo. Intanto l’attuale agisca con vigore. Lo chiedono tutte le forze politiche consce anche, ma non per tutte, che il nostro debito è nel mirino della speculazione. E potrebbero essere guai seri