Il “Nidaba“ torna chiuso "Ma speriamo"

"Ci stavamo risollevando, ci sembrava di aver riconquistato la normalità. E invece abbiamo dovuto chiudere ancora, perché le nuove norme vietano la somministrazione nei locali con musica dal vivo". Risultato: dopo le festività natalizie, il Nidaba Theatre di via Gola 12, tempio del blues a un passo dal Naviglio Pavese, non ha riaperto. Come nel gioco dell’oca torna indietro a quasi due anni fa, al primo lockdown che lo costrinse ad abbassare le serrande. Il locale che allora era a rischio chiusura definitiva si salvò grazie a una raccolta fondi e poi a contributi del Comune per attività culturali. "Abbiamo ripreso a lavorare a metà ottobre del 2021 – spiega Massimo, per tutti Max, Ricciardo, che ha fondato il Nidaba insieme alla moglie Barbara più di 25 anni fa – e abbiamo continuato fino al 22 dicembre, rispettando tutte le norme e organizzando spettacoli su due turni per consentire l’afflusso del pubblico in due tranche ed evitare assembramenti. Poi, l’aumento dei contagi ha mandato tutto a monte. Senza contare che il passaggio di persone in zona si è praticamente azzerato". Impossibile andare avanti per un locale che consente l’ingresso gratuito agli spettacoli, con consumazione, se la somministrazione è vietata. "Speriamo che la situazione migliori a livello sanitario, così da poter riprendere l’attività a metà febbraio. Siamo fiduciosi. Intanto, la programmazione di gennaio è slittata a febbraio e a marzo". In questo momento, l’attività non si ferma comunque: on line, sulla pagina Facebook, i clienti possono visionare gratis i video di concerti "perché vogliamo tenere viva la scena musicale. Si sono già esibiti i Teka P e Folco Orselli e lunedì 31 toccherà a Maurizio Gnola e alla sua band". Il Nidaba resiste, luce in mezzo al buio di attività con musica dal vivo che hanno dovuto gettare la spugna come Blues House, il circolo Ohibò, il Serraglio. M.V.

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