DIMONICA AUTUNNO
Cronaca

Il Molino Vecchio alla ricerca di un futuro

In degrado dal Dopoguerra, amatissimo dagli abitanti Gorgonzola. La svolta potrebbe arrivare dallo studio del Comune per il restauro

di Monica Autunno

Il primo documento nel 1490, due anni prima della scoperta dell’America: in quell’anno il duca Galeazzo Sforza ne certificava la cessione a Gualtiero Bascapè, Giudice dei Dazi e uomo di fiducia di Lodovico il Moro. E’ uno dei mulini ad acqua più antichi della Martesana e della regione, versa da anni in uno stato di inarrestabile degrado. Oggi il Comune "prepara il terreno" a una possibile rinascita: un incarico a un progettista esterno ha l’obiettivo di ottenere lo studio di fattibilità tecnico-economica di un restauro. C’è anche una ipotesi di costi per una prima messa in sicurezza, circa 270mila euro, "ma è un quadro di riferimento. Va precisato che non sono fondi allo stato disponibili nè vi sono stanziamenti a bilancio. E’ ferma invece la volontà di lavorare per la rinascita di un importante monumento della città".

Il futuro del Molino Vecchio, icona cittadina amatissima dai gorgonzolesi (che lo hanno "slavinato" di voti online nell’ambito della campagna dei Luoghi del Cuore del Fai) tiene banco a ondate ormai da anni. Complici, certamente, le campagne di sensibilizzazione, la raccolta firme e un recente convegno storico promosso dall’associazione culturale Concordiola. Porta la firma dell’assessore ai Lavori Pubblici Nadia Castelli una nuova, corposa relazione che ha lo scopo di fare "il punto". Rinnova l’impegno, annuncia l’incarico all’esperto, illustra il percorso ma non alimenta illusioni: "Sono periodi in cui permane una grande difficoltà di reperire fondi. E molte risorse economiche sono indirizzate ad altre opere comunque importanti e di valore pubblico". Lo studio ha l’obiettivo di vedere chiaro sul percorso di un possibile restauro, che riguardi sia la parte vincolata dello stabile che la parte confinante, "da quanto emerge dall’indagine storica, e persino nelle mappe teresiane, il complesso è sempre rappresentato nella sua interezza. In questo senso procediamo".

Caduto in disuso nel Dopoguerra, e da allora abbandonato, il mulino è diventato proprietà pubblica nel 2005. Già pochi anni dopo intercorrevano carteggi e comunicazioni tra Comune e Sovrintendenza per attivare le procedure di vincolo, arrivato nel 2009. Negli anni successivi numerose ipotesi di intervento, stanziamenti, persino ipotesi di utilizzo, fra cui quella, particolarmente affascinante, di trasformazione in museo del Gorgonzola. Ma insomma, nulla è andato in porto. "L’amministrazione - afferma Castelli - si è occupata l’anno scorso di comprendere quale fosse il punto di partenza. Gli uffici tecnici comunali hanno svolto un’attività preliminare per fotografare la possibilità di messa in sicurezza, e per capire come procedere per restituire il complesso all’uso pubblico".