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Il modello Bollate: doppio kit per 5.500 alunni

Più della metà degli studenti bollatesi ieri è tornata in classe in zona rossa, come prevede l’ultimo decreto del governo: in presenza sono rientrati circa 2.500 bambini fino alla prima media, mentre per gli altri 2.000 continua la Dad.

Bollate, il comune fra i primi in Italia a essere colpiti dalla variante inglese, a fine gennaio ha messo in campo e finanziato un progetto pilota per rintracciare eventuali positivi al rientro in classe in collaborazione con l’Università Statale di Milano.

"Si tratta di studenti che a Bollate sono da oltre un mese e mezzo a casa davanti a un monitor e da tutti è sentita la necessità di riprendere la socialità scolastica. Ma abbiamo anche la necessità di garantire che rientrino in un ambiente sicuro e monitorato per evitare nuove, future chiusure", sottolinea il sindaco bollatese, Francesco Vassallo. Ieri mattina agli alunni delle elementari e della prima media sono stati distribuiti i consensi informati che serviranno per poter aderire alla campagna.

Lunedì prossimo si passerà al secondo step quando saranno consegnati i kit a chi avrà aderito. Si comincerà con il tampone salivare, che sarà fatto in classe (il responso arriva nell’arco delle 24-36 ore), a seguire sarà la volta del pungidito e per aiutare i genitori ad eseguire il test ai figli è stato predisposto un video pubblicato sui canali social del Comune e saranno allestite postazioni fuori dagli istituti con volontari della Croce Rossa e della Protezione civile. Successivamente si estenderà la ricerca alle seconde e terze medie e ai due istituti superiori di Bollate. Complessivamente, se tutti accetteranno, saranno circa 5.500 le persone coinvolte nello screening.

Dopo l’arrivo dei risultati verranno individuate tre classi campione in cui ripetere i tamponi fino a giugno. "Se il tampone salivare servirà per individuare i portatori asintomatici, più frequenti nei bambini – aggiunge Vassallo – con il pungidito sarà possibile avere una fotografia di quello che è accaduto nel nostro Comune" finito in lockdown a metà febbraio.

Intanto il modello Bollate si fa strada: il comitato milanese “A scuola!” che riunisce docenti, famiglie e studenti ieri sui social ha illustrato il progetto in un incontro con il sindaco di Bollate, Valentina Massa, docente associato di Biologia applicata dell’Università Statale e Susanna Esposito, ordinario di Pediatria all’Università di Parma. "Speriamo che il nostro ‘modello per una scuola sicura’ possa diventare una buona pratica ed essere presa d’esempio anche a livello regionale o nazionale e a quel punto potremmo sperare di veder arrivare anche dei finanziamenti". Dalle casse comunali usciranno circa 60mila euro per dare gambe al progetto. La sperimentazione in un secondo momento sarà estesa ad altri 2.000 studenti delle superiori.

Monica Guerci