"Il mio compleanno alla Scala E torno a suonare senza pandemia"

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Il compleanno si festeggia sempre con gli amici. Beatrice Rana trascorre il suo trentesimo anniversario con la Filarmonica della Scala nel concerto che inaugura la nuova stagione: domani sera al Piermarini, ore 20, la pianista propone "Rapsodia su un tema di Paganini per pianoforte e orchestra" di Rachmaninov. Sul podio il giovane direttore israeliano Lahav Shani; nella seconda parte la Terza Sinfonia di Beethoven. Personalità potente, tecnica perfetta, intelligenza interpretativa fuori dal comune, Rana, a soli 22 anni, si è aggiudicata il secondo premio e il premio del pubblico al concorso internazionale Van Cliburn. Nel 2017 la sua incisione delle Variazioni Goldberg di Bach ha ricevuto i riconoscimenti di "Young Artist of the Year" ai Gramophone Awards e "Discovery of the year" agli Edison Awards.

Bentornata alla Scala.

"È sempre un’emozione gigantesca, come la prima volta. Festeggio il mio compleanno in un luogo iconico per la musica".

Il suo ultimo decennio?

"Migliaia di volte sul palcoscenico. Ho vissuto grandi cambiamenti, imparato cose nuove, mi sono fermata come tutti per la pandemia e sono ripartita. Direi che non mi sono mai annoiata".

Cosa crede di avere ricevuto dalla Scala?

"È il tempio della musica per tutti i musicisti. Mi sono esibita qui poco prima che chiudesse per la pandemia e al primo concerto, di Natale, dopo il lockdown ho suonato in streaming senza pubblico; poi quando sono potuti entrare i primi, pochi spettatori. Sono contenta di tornare a suonare nella normalità, com’è stato fino al 2019".

Perché Rachmaninov?

"Ha scritto brani generosi per il pianoforte, non conosco nessun pianista che non lo ami, è un piacere suonarlo. Sento vicine queste variazioni, mescola generosità emotiva e l’intelligenza di struttura con un pizzico di ironia; dalla prima nota è un gioco di parti, il pianoforte e l’orchestra. Fra due settimane lo suonerò anche a Chicago". Come cambia il pubblico di ogni città?

"Ogni Paese ha i suoi spettatori, le proprie usanze. Negli Stati Uniti ho avuto spesso standing ovation, il pubblico americano dimostra il suo entusiasmo anche fisicamente, non accade in Europa. I giapponesi ascoltano i concerti come una cerimonia religiosa, talmente vivono la sacralità della musica classica. L’energia che si crea fra artista e pubblico aumenta nel tempo, lo capisco quando mi esibisco in una nuova sala e avverto l’affetto di chi mi segue da anni".

Si esibisce anche con sua sorella Ludovica, violoncellista.

"Suoniamo insieme fra qualche giorno a Roma. Ci capiamo perfettamente senza parlare, purtroppo non viviamo nella stessa città e mi manca".Grazia Lissi

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