
L’hashtag #salviamo il maestro Klaus campeggia sulla locandina della manifestazione, un flash mob inizialmente fissato per oggi pomeriggio in piazza Piemonte e poi rinviato al mese prossimo. Lo spiega lo stesso "Klaus", Claudio Savoldi Bellavitis, 57 anni, pianista jazz, compositore e direttore d’orchestra (ricordiamo il concerto "Il jazz non paga" da lui organizzato al Teatro Dal Verme 4 anni fa per raccogliere fondi per Amatrice colpita dal terremoto), sotto sfratto. "Rischio di finire in strada, in piena emergenza Covid, mentre l’attività concertistica resta paralizzata", fa sapere da settimane. Ma la sua non è una storia come tante. La faccenda è ingarbugliata e riguarda tutta la sua famiglia, i Savoldi Bellavitis, casato nobiliare con palazzo di famiglia in via Ravizza 12, tra piazza Wagner e piazza De Angeli.
Il maestro jazz punta il dito contro il fratello Emanuele, di 59 anni, "che vuole sfrattarmi dall’alloggio che fa parte del palazzo di famiglia. Io avevo un comodato d’uso gratuito, scaduto, sì, ma con la promessa di trasformarlo ‘a vita’ come per tutti gli altri familiari". Il fratello maggiore è stato soprannominato "Conte mitra" per la sua predilezione per le armi da guerra e relative munizioni e 12 anni fa è stato condannato a più di 8 anni di carcere in primo grado (ma è arrivata la prescrizione) per una serie di furti di opere d’arte commessi negli anni Ottanta e Novanta, tra cui la razzìa delle opere d’arte nel maestoso hotel Villa D’Este di Cernobbio (Como) nel 1988. Klaus ha ricevuto un mese fa da Emanuele, dopo la scadenza del comodato d’uso, la "proposta conciliativa", sotto forma di ingiunzione ad andarsene di casa entro il 31 maggio.
Ma il musicista, dal canto suo, ritiene ingiusto lo sfratto dall’appartamento in cui vive. "Io mi sono opposto subito. Le prime due sedute di mediazione sono fallite e tra pochi giorni comincerà l’iter per lo sfratto. Il flash mob è stato rinviato al mese prossimo, inviterò a partecipare colleghi del mondo della musica, amici e conoscenti". Nelle settimane scorse ha indirizzato la sua rabbia anche "verso l’inerzia della madre e la sorella". Conclude dicendo: "Mi auguro che il titolo del mio ultimo album, ‘Panta rei’, tutto scorre, sia di buon auspicio".
M.V.