
Diversi negozianti raccontano di aver subito intrusioni. Il vetraio: "Ho riparato due volte la porta dei cinesi". La social street: "Serve attenzione istituzionale". Gli amici di Di Ronza: "Scappava, non era violento".
di Marianna Vazzana
MILANO
"La gente è scontenta. Sia a livello di prevenzione del crimine e sia a livello di servizi. Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni". Lo sottolinea Marco Servienti, referente della social street, pagina Facebook, “Residenti Baia del re“ di cui fanno parte oltre 3mila cittadini e commercianti dello Stadera, a sud della città. Il bar-tabacchi di viale da Cermenate, teatro dell’omicidio di giovedì all’alba, è proprio al confine tra il quartiere e la porzione di città di via Meda e corso San Gottardo. Servienti evidenzia che "le spaccate notturne, i furti e le rapine riguardano tutta Milano e il nostro quartiere, che non bisogna certo dipingere come il Bronx, non fa eccezione. Io stesso, che ho un’attività commerciale, ho subìto un’intrusione qualche mese fa. C’è un senso di sconforto. Vorrei che la nostra zona fosse al centro di una rigenerazione, come sta succedendo in altre aree come quella attorno allo scalo Romana".
Interpellando diversi commercianti si scopre che pochissimi sono stati risparmiati da ladri nell’ultimo anno. "A noi è successo in primavera – fanno sapere alla pizzeria “Al Ceppo folle“ di viale da Cermenate, a 400 metri dal bar-tabacchi dei cinesi –. Qualcuno, rimasto ignoto, ci ha sfondato una vetrina e ci ha portato via il fondo cassa con dentro qualche moneta e banconota. Poi ci sono stati altri tentativi di furto".
Un panettiere della zona, che chiede di restare anonimo, racconta di essere riuscito a "limitare i danni". In che modo? "Siccome era giù successo ad altri commercianti, temevo intrusioni anche nel mio locale. Allora ho preso l’abitudine di abbassare sì la serranda ma lasciando la porta a vetri aperta. In questo modo, quando ho subìto una spaccata notturna qualche mese fa, ho evitato almeno che i ladri forzassero la serratura o rompessero il vetro". Cos’hanno portato via? "Delle bibite e dei dolci che avevo lasciato sul tavolo. Questo fa capire il livello basso di questi banditi. La rabbia deriva non tanto dal valore della merce rubata ma dalla seccatura di dover riparare i danni, una scocciatura che comporta perdita di tempo e lungaggini burocratiche per attivare l’assicurazione". Un’altra commerciante, la cui attività non ha serrande ma una parete trasparente, racconta di "lasciare apposta tutti i cassetti aperti, quando chiudo, per far capire da fuori che non ci sia nulla di prezioso da rubare. I ladri mi hanno già fatto visita, forzando la porta con una spranga".
Andrea, il vetraio della zona, al quale diversi negozianti derubati si sono rivolti, conferma che "ho ricevuto moltissime richieste per sostituire le vetrine rotte a causa di intrusioni. In particolare da gennaio a giugno. Al bar-tabacchi cinese ho cambiato la vetrina un paio di volte, l’ultima verso maggio o giugno". Alla pizzeria “Al Ceppo folle“, i titolari aggiungono che "il gesto violento non è certo giustificabile. Ma comprendiamo la rabbia dei titolari, che avevano giù subìto furti e danni".
Intanto, in difesa di Eros Di Ronza, per il quale sui social da due giorni si sta riversando odio, si fanno avanti alcuni amici. Uno in particolare spiega al Giorno che "ha sicuramente sbagliato, su questo non si discute. Però lui non era una persona violenta, stava scappando via. Mi è sembrata eccessiva la reazione di quelle due persone. Dopo averlo colpito una volta, è stato rincorso e ferito ancora e ancora. Io sono sicuro che Eros stava solo scappando e non ha reagito". Purtroppo ha perso la vita, per un pugno di gratta e vinci.