Raggiro sventato e truffatore ammanettato. L’arresto è avvenuto lunedì alle 14 in via Marchetti: in cella il trentenne Cataldo Accurso. Durante un servizio di controllo, gli investigatori delle sezioni "Contrasto al crimine diffuso" e "Antirapine" della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì e dai funzionari Michele Scarola e Francesco Federico, hanno notato un uomo fermo davanti a uno stabile: continuava a guardare il citofono, senza suonare. I poliziotti hanno deciso di monitorarne i movimenti: l’uomo è entrato nell’androne, uscendo poco dopo a passo svelto. Fermato, Accurso ha consegnato i 3mila euro che aveva appena sottratto a una coppia di anziani. Gli agenti sono entrati nel condominio e hanno rintracciato un novantunenne e la moglie ottantaseienne, che hanno raccontato che qualche un uomo si era presentato nella loro abitazione e si era impossessato dei contanti.
In Questura, i coniugi hanno aggiunto di aver ricevuto alle 12.30 la telefonata di un fantomatico avvocato, che ha riferito che la figlia aveva investito un’anziana e che aveva bisogno di 6.200 euro per evitare l’arresto. Il novantunenne si è insospettito e ha detto all’interlocutore che avrebbe chiamato la polizia: ha composto il 112 e ha parlato con una persona che si è qualificata come agente, ma all’altro capo del telefono c’era sempre il truffatore, che non ha mai interrotto la chiamata. A quel punto, i coniugi hanno fatto sapere al legale che avevano solo 3mila euro in casa. Alle 14, ha suonato al citofono Accurso, che si è presentato come figlio dell’avvocato per ritirare il denaro. I coniugi, per nulla convinti di quello che stava succedendo, hanno titubato ancora, fin quando il trentenne ha preso i soldi e si è allontanato a piedi. Ha fatto poca strada. N.P.