REDAZIONE MILANO

Il falco lodolaio torna a volare nell’Oasi di Trezzo

Un secondo esemplare ha fatto il nido alle Foppe E i volontari realizzano subito un reportage d’impatto

Vivacissimo e ardito, gareggia in velocità con tutti gli altri uccelli. Un falco lodolaio fa il nido alle Foppe e i volontari realizzano un reportage fotografico di grande impatto per salutare l’ospite. Le piume azzurrognole, le ali orlate di giallo hanno fatto subito esplodere l’entusiasmo nella stazione di osservazione ed è scattato il passaparola. E’ il secondo arrivo da manuale in poche settimane, era già stato avvistato – e ripreso - un esemplare di pecchiaiolo, altro rapace di rara bellezza, in volo da queste parti dopo una lunga assenza. Simile a una poiana, può essere scambiato per un piccione, arriva in Europa d’estate e mangia solo insetti, come spiega il suo nome scientifico: pernis apivorus. Presenze eccezionali nella radura, un eden di pace e bellezza curata con amore dal Wwf, dove il recupero è al centro della vita quotidiana.

Dall’anno scorso agli uccelli si sono aggiunti i pastori della vicina Bergamasca, al centro di “Natura vagante“, il progetto sulla transumanza, finanziato da Fondazione Cariplo con 1,2 milioni. Un’altra iniziativa che mette le riserve trezzesi al centro. Il prestigioso programma in collaborazione con la Statale di Milano arriva a coronamento di un’attività cominciata negli anni Novanta e sfociata nel raddoppio dell’oasi con l’inaugurazione delle Foppe 2, all’ex Fornace, dove arriveranno le greggi. I volontari ha trasformato il brutto in bello. Bar.Cal.