DANIELA MAININI*
Cronaca

Il dopo-Covid occasione d’oro per migliorare

Daniela

Mainini*

La Pandemia ha colto un’Italia non certo in pole position economica ma una Milano in un momento di grande espansione e sviluppo. Amata, invidiata, criticata ma vissuta, la visione milanocentrica precovid è apparsa invincibile nell’ascesa quanto disinteressata a un vero sguardo metropolitano su quei tre milioni e mezzo di city users che contribuiscono alla formazione del Pil nazionale e che hanno sempre vissuto la realizzazione dell’area metropolitana come una colonizzazione dal centro alle periferie. La Milano pre-covid era una delle città più desiderabili al mondo. Anche con una sanità ospedalocentrica al collasso, una moda sospesa e rinviata, una università in smartworking e una ricerca senza vaccino, una comunicazione sbagliata del #milanononsiferma e una cultura azzittita dai teatri spenti e dai sipari chiusi, la Milano stesa dalla pandemia non spegne gli ardori di quanti la vorrebbero finalmente vinta, forse per non subirne il confronto. Milano ha una storia di grande resistenza nel suo DNA e ha sempre saputo risorgere più forte di prima. Nella fase 2 il ritorno all’attività lavorativa dovrà passare attraverso un nuovo piano strategico dei trasporti che guardi non solo al potenziamento delle ciclabili e delle auto elettriche ma alla popolazione di centinaia di migliaia di lavoratori attivi che giornalmente viene a Milano.

Lo smart working ha dato buona prova di sé grazie alle reti di nuova generazione, ma occorre trasferire le infrastrutture orizzontali o verticali nelle zone periferiche regionali. Il futuro va conquistato e non temuto, guardiamo alla Milano che verrà con rinnovata fiducia perché tra qualche anno si dica che c’è stato un ac. e un dc. anche di Milano, un ante-covid e un dopo covid e nel dopo Milano è stata migliore di prima.

*Centro studi Grande Milano