MONICA AUTUNNO
Cronaca

Il dolore non passa mai. A due anni dall’omicidio la madre ricorda Romina:: "Si va avanti, ma è dura"

Sofia Venerina si occupa dei due ragazzi adolescenti della figlia uccisa "A volte penso che non sono riuscita a proteggerla, e non me lo perdono" .

Il dolore non passa mai. A due anni dall’omicidio la madre ricorda Romina:: "Si va avanti, ma è dura"

Il dolore non passa mai. A due anni dall’omicidio la madre ricorda Romina:: "Si va avanti, ma è dura"

"Sono passati due anni da poco. E la nostra vita certamente continua. Ma il dolore non passa mai". Sofia Venerina è la mamma di Romina Vento, la 44enne annegata nel fiume a Fara Gera d’Adda dal compagno Carlo Fumagalli nell’aprile 2022. È stata ospite speciale, ieri, come già fu qualche mese fa, alla Fondazione Marchesi di Inzago, nell’ambito del progetto antiviolenza che ha fra gli “spiriti guida“ sua figlia e altre vittime di femminicidio. "Sono felice che la si ricordi. Lei come le altre. I femminicidi del resto sono tutti uguali: cambiano i nomi e i cognomi. Ma la storia si ripete. Parlarne è necessario".

Il femminicidio di Romina suscitò cordoglio e dolore in tutta la zona. Lei aveva 44 anni, era madre di due ragazzi, oggi adolescenti. Lavorava in un pastificio della zona, dove era stimata e amata. "Il giorno dell’anniversario della morte, il 19 aprile, sono andata là, sulla riva del fiume, dove mia figlia se n’è andata. Ogni tanto vado, per riordinare un po’, lasciare i fiori. Poi al cimitero: e lì ho trovato i suoi colleghi. La ricordano con affetto. Lei si faceva voler bene. L’azienda ci è stata molto vicina".

Da più di due anni Sofia è oltre che nonna tutore e “vicemamma“ dei due ragazzi. "Vanno a scuola, sono sereni. Io, mio figlio e il resto della famiglia li abbiamo circondati d’affetto, li abbiamo protetti. Sicuramente l’elaborazione di quanto è accaduto non è semplice, e non sarà breve". E il padre? "Evitiamo di parlarne. I ragazzi hanno iniziato una vita nuova".

Un femminicidio, quello di Romina, quasi da protocollo. "Purtroppo sì. Mia figlia voleva lasciarlo. Ma non si decideva. Io la esortavo a far fuori la cosa, ad andarsene. Se ne sentono tante, le dicevo. Ma lei prendeva tempo. ‘Stiamo insieme da vent’anni’ mi diceva, ‘abbiamo due ragazzi. Non sono cose che si possano risolvere in un giorno’. Poi è andata come è andata. Mi telefonò la sorella di lui per avvertirmi. Sprofondai in un baratro, non sapevo assolutamente che cosa fare. Era qualche cosa di inaccettabile".

Il senso di colpa, senza alcuna ragione. "A volte penso ancora che non sono riuscita a proteggerla. E in qualche modo non me lo perdono. Anche se nessuno avrebbe mai potuto immaginare davvero ciò che poi purtroppo è stato". Quella maledetta sera il compagno omicida di Romina, l’operaio 49enne Carlo Fumagalli, lanciò nel fiume l’auto su cui si trovava con la donna. Tenne la madre dei suoi figli con la testa sott’acqua. Poi si mise in salvo a nuoto. Nel maggio dello scorso anno è stato condannato a 22 anni. Qualche settimana dopo la tragedia si tennero i funerali di Romina, che riposa al cimitero di Inzago, accanto a suo padre. La comunità si strinse alla famiglia, la mamma salutò la figlia con parole strazianti e una segreta speranza: "Quella che laggiù, nel buio e nell’acqua, mi abbia sentito accanto a lei". Il volo leggero di una farfalla, la sensazione di una presenza. Romina non è più, "ma i segnali che ci manda sono tanti. Sono continui. Ci è ancora vicina".