SIMONA BALLATORE
Cronaca

Il divario di genere. Carriere a ostacoli e differenze salariali: la pensione preoccupa

L’indagine di Bicocca su gap previdenziale e sulle competenze assicurative. La tendenza femminile a delegare polizze e contratti. "La scuola si muova".

L’indagine di Bicocca su gap previdenziale e sulle competenze assicurative. La tendenza femminile a delegare polizze e contratti. "La scuola si muova".

L’indagine di Bicocca su gap previdenziale e sulle competenze assicurative. La tendenza femminile a delegare polizze e contratti. "La scuola si muova".

"Se potessi tornare indietro nel tempo a quando avevi 20 anni, che consigli finanziari ti daresti?". Gli uomini si auto-consiglierebbero di investire in "immobili, oro, azioni ed Etf", le donne vorrebbero "risparmiare di più", (33% delle risposte), "avviare un piano di accumulo mensile" (20%) o "attivare una pensione integrativa(10%)". Il gender pay gap, la differenza tra gli stipendi di uomini e donne, resta un tema caldo, ma a preoccupare è il crescente divario di genere pensionistico come pure un divario di tipo “assicurativo“. Fa luce su questi aspetti l’ultima indagine promossa dall’Università di Milano-Bicocca e presentata nella giornata di studio su “Assicurazioni e donne: differenze di genere tra competenze e carriere”, organizzato con Ivass, First Cisl e Alleanza Assicurazioni, sotto l’ala di “Obiettivo Effe“, progetto per l’Empowerment femminile.

"Il Gender gap pensionistico è la cartina di tornasole di un diverso approccio verso il mondo del lavoro", premette Emanuela Rinaldi, professoressa di Sociologia dei processi culturali all’Università di Milano-Bicocca e autrice dello studio, che evidenzia come il gap previdenziale sia strettamente legato a carriere lavorative meno lineari per le donne, con salari più bassi e percorsi meno stabili rispetto agli uomini. Il primo ostacolo è alla base: "Già al momento della scelta della scuola spesso si inseguono passioni e vocazioni senza pensare alla precarietà dei percorsi e agli svantaggi – spiega Rinaldi –. Anche in un periodo di forte calo demografico come quello che stiamo vivendo, il momento della maternità rappresenta ancora un ostacolo per molte donne, che escono dal mercato del lavoro in un momento cruciale, fatto che può avere conseguenze gravi anche al momento del calcolo dei contributi per la pensione. Come la scelta del part-time, che pochissimi uomini intraprendono". Altro tema: "Ci si sposa meno frequentemente e, in caso di eventi tragici, viene meno la tutela della pensione reversibile".

Sono stati presentati anche i risultati della ricerca sulle competenze assicurative degli italiani, condotta da Doxa con Ivass e Bicocca, che ha coinvolto 2.053 individui, di cui 193 in Lombardia (72 uomini e 120 donne). I risultati evidenziano significative differenze tra uomini e donne per quanto riguarda la conoscenza e l’approccio ai prodotti assicurativi. In Lombardia, le donne hanno mostrato una minore propensione a gestire direttamente le decisioni assicurative rispetto agli uomini. Le principali preoccupazioni per le donne includono il rischio di problemi di salute (48%) e la riduzione del reddito in pensione (16%), mentre gli uomini si preoccupano di più della possibilità di danni involontari a terzi.

"Il gender gap assicurativo non è così accentuato a Milano – continua Rinaldi –: le competenze finanziarie anche tra le giovani si stanno diffondendo insieme a un interesse, più o meno forzato, rispetto alle assicurazioni, ma si deve fare di più".

"Un segnale positivo è l’introduzione delle 33 ore di educazione civica a scuola, all’interno delle quali è stato previsto anche l’obbligo di parlare di educazione finanziaria – ricorda Rinaldi –. La scuola non può più ignorare questi aspetti, servirebbero però più ore dedicate. Può essere un primo fattore di attivazione sul quale intervengono anche altri agenti, famiglia e terzo settore: serve un lavoro sinergico". Anche per sensibilizzare sugli aspetti legati alle assicurazioni e imparare ad essere più consapevoli e a delegare di meno: "A scuola non devono entrare ovviamente i prodotti, non si deve fare pubblicità e non devono esserci conflitti di interesse, ma il fatto che se ne parli è fondamentale – conclude la professoressa –. Anche perché ci si può fare davvero male: la mancanza di assicurazione in caso di alluvioni, per esempio, può distruggere intere famiglie".