
di Andrea Gianni
Il profilo è quello di "insospettabili" che, però, giocano un ruolo non marginale nell’inquinamento globale. Cinque grandi aziende tecnologiche, che in Italia hanno il quartier generale a Milano, a livello mondiale hanno emesso più Co2 di Paesi come Belgio o Romania. Una fotografia scattata dalla seconda edizione dell’Osservatorio Esg Big Tech, presentata a Milano, in cui Karma Metrix ha analizzato i bilanci di sostenibilità pubblicati da Amazon, Google, Apple, Meta e Microsoft negli ultimi quattro anni. Insieme, questi cinque colossi hanno consumato energia per 75,6 Milioni di MWh, ovvero più di nazioni come Austria, Algeria e Venezuela. Consumi di poco inferiori rispetto a quelli della Colombia. In generale, il consumo di energia delle cinque big tech in milioni di MWh è aumentato del 209.5% dal 2018 al 2021 (ultimo anno in cui sono disponibili i bilanci di sostenibilità per tutte).
L’osservatorio, che ha analizzato sia i dati aggregati sia quelli delle singole aziende, è stato presentato a Milano da Ale Agostini, ideatore del progetto Karma Metrix, il primo percorso di sostenibilità digitale per grandi brand sensibili sui temi della sostenibilità digitale. Dai dati emerge che nell’ultimo anno i 5 colossi della tecnologia hanno emesso 125,9 milioni di tonnellate di Co2, ovvero più dell’intero Belgio (125,4), con un aumento delle emissioni totali del 30,8% dal 2018 al 2021. "Analizzando a fondo i report di sostenibilità – si legge nella ricerca – emerge come tutti i 5 big della tecnologia (3 dei quali sono leader mondiali del cloud) si stiano impegnando molto per migliorare la loro sostenibilità, ridurre l’impronta carbonica e fronteggiare il cambiamento climatico". Tra le iniziative più gettonate ci sono l’aumento dell’uso di fonti energetiche rinnovabili, la riduzione delle fonti fossili e la ricerca continua di massima efficienza energetica nei data center. Va tenuto presente, infatti, che un sito web produce emissioni sia per le modalità poco efficienti di realizzare pagine web, sia per i combustibili fossili che alimentano data center e dispositivi finali utilizzati dall’utente. "Per combattere il cambiamento climatico non basta piantare alberi o passare all’auto elettrica – spiega Agostini, Ceo di Karma Metrix – occorre risparmiare energia e ridurre la Co2 anche dalle attività digitali. Con il 60% degli utenti che ignora che l’uso di internet genera emissioni, abbiamo il dovere morale di aumentare la consapevolezza misurando l’impatto del digitale e risparmiando. Da qui nasce l’idea dell’osservatorio Esg Big Tech. Le big tech, tre delle quali sono leader mondiali nei servizi di cloud computing – conclude – possono e devono fare di più per ridurre la loro impronta carbonica, rendendo più consapevoli aziende e utenti che anche la rete inquina. La crisi climatica avanza rapidamente e ciascuno deve fare la sua parte sin da ora".
Più della metà delle emissioni (il 56,8%) sono generate da Amazon (71,5 milioni di tonnellate di Co2). A seguire ci sono Apple (23,2 milioni), Microsoft (14 milioni) Google (11,2 milioni), mentre, Meta è la meno inquinante (5,7 milioni). Complessivamente queste cinque multinazionali hanno raggiunto un valore di mercato di 18,5 trilioni di dollari e, se fossero una nazione, sarebbero al 51esimo posto per emissioni nel mondo, mentre sarebbero il 42esimo paese per consumo di energia, ma nel 2030 potrebbero entrare nella top 15 dei più energivori, con un 14esimo posto.