Il detenuto fuggito dal San Paolo. L’agente è in coma farmacologico: "Operato alla colonna vertebrale"

Inseguiva il palestinese evaso dalla finestrella di un bagno, è precipitato per due piani in un’intercapedine. Nuovo intervento per il poliziotto 28 enne, che ha riportato fratture alla teca cranica e alle vertebre. .

Il detenuto fuggito dal San Paolo. L’agente è in coma farmacologico: "Operato alla colonna vertebrale"

Il detenuto fuggito dal San Paolo. L’agente è in coma farmacologico: "Operato alla colonna vertebrale"

di Giulia Bonezzi e Nicola Palma

MILANO

È ancora in coma farmacologico all’ospedale San Carlo Carmine De Rosa, l’agente della polizia penitenziaria del carcere di San Vittore che giovedì all’alba è precipitato in un’intercapedine dell’ospedale San Paolo mentre inseguiva un detenuto scappato da una finestra del pronto soccorso dove si trovava per accertamenti. Il ventottenne, che dopo i primi soccorsi era stato trasferito nell’altro ospedale dell’Asst dei Santi, ieri è tornato sotto i ferri. I neurochirurghi del San Carlo l’avevano già operato giovedì mattina per evacuare un ematoma cerebrale, ridurre la pressione intracranica e inserire un sistema che la monitori: l’agente, nella caduta, ha riportato una frattura della teca cranica con emorragia e contusioni cerebrali, oltre a contusioni ai polmoni e fratture vertebrali.

Il secondo intervento, ieri, è stato effettuato proprio per stabilizzare le fratture alla colonna. Il paziente, si legge nel bollettino diramato dall’Asst Santi Paolo e Carlo, "risulta essere stazionario"; è ancora "sedato farmacologicamente a scopo neuroprotettivo" e "prosegue il monitoraggio dell’evoluzione delle lesioni e la valutazione clinico-strumentale". La prognosi, ovviamente, rimane riservata. Accanto a Carmine in ospedale c’è la sua famiglia che si è precipitata a Milano da Caserta, e un fratello, anche lui agente della penitenziaria, arrivato da Verona dove presta servizio.

Intanto, a quanto Il Giorno può ricostruire, si va chiarendo la dinamica dell’incidente che si è verificato alle 5.30 di giovedì mattina. Nazim Mordjane, un palestinese di 32 anni detenuto dal 10 agosto per una rapina di Rolex in concorso, era stato accompagnato dalla penitenziaria al San Paolo mercoledì sera, dopo una scazzottata con un altro detenuto a San Vittore. Era al pronto soccorso in attesa di una valutazione specialistica maxillo-facciale per contusioni al volto, e si trovava in una stanza infettivi utilizzata per i pazienti piantonati in quanto dotata di una piccola anticamera per la vestizione e di un bagno privato, in modo che i detenuti non debbano utilizzare quello a disposizione degli altri utenti del Ps. Un bagno con una piccola finestra, circa 40 centimetri per 40, senza sbarre ma con un infisso a vasistas. Mordjane sarebbe riuscito a scassinarlo e a saltare, prima che gli agenti della penitenziaria potessero fermarlo, su un’aiuola sul tetto dell’edificio accanto. De Rosa l’ha seguito, ma si è trovato davanti un salto di un metro in orizzontale che, a differenza del palestinese che deve aver “studiato“ almeno per qualche secondo la via di fuga, non ha probabilmente avuto il tempo di valutare. Ed è precipitato nell’intercapedine per due piani, fino al secondo sotterraneo. Un volo di dieci metri, in cui ha battuto la testa, riportando fratture al cranio e alle vertebre: nel sotterraneo sarebbe stato raggiunto dal personale del pronto soccorso del San Paolo, che l’ha stabilizzato, intubato e trasferito al San Carlo.

Intanto continua la caccia al fuggitivo Mordjane, che mentre l’agente De Rosa veniva soccorso ha avuto il tempo di far perdere le proprie tracce.

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